Nelle sue Metamorfosi, Ovidio narra una storia affascinante e carica di simbolismo: quella di Ermafrodito e della ninfa Salmace, un racconto in cui amore, desiderio e metamorfosi si intrecciano fino a fondersi in un’unica creatura.
Ermafrodito era un giovane di straordinaria bellezza, figlio di Ermes e Afrodite, e proprio dai suoi genitori aveva ereditato l’armonia delle forme e l’eleganza dei tratti. Un giorno, mentre si trovava nei pressi di Alicarnasso, si imbatté in un bosco sacro, tranquillo e silenzioso, dove sorgeva una fonte limpida.
Lì viveva Salmace, una ninfa acquatica, figlia del dio marino Poseidone. Appena vide Ermafrodito, Salmace fu colpita da un amore improvviso e travolgente. Cercò di sedurlo con parole dolci e sguardi accesi, ma il giovane la respinse, schivo e riservato.

Incisione di Gerard Vidal (1742-1801) raffigurante il racconto di Salmace ed Ermafrodito dalle Metamorfosi di Ovidio. – Wikipedia, pubblico dominio
Tuttavia, la ninfa non si arrese. Rimase nascosta tra gli alberi, osservandolo in silenzio, finché non lo vide spogliarsi ed entrare nell’acqua della fonte. Fu allora che Salmace colse l’occasione: si lanciò fuori dal suo nascondiglio e si gettò su di lui, avvolgendolo in un abbraccio disperato.

Giovanni Antonio Pellegrini – Salmace ed Ermafrodito, collezione privata, Venezia – Wikipedia, pubblico dominio
Mentre Ermafrodito cercava di divincolarsi, Salmace pregò gli dèi e suo padre affinché non fossero mai separati. Desiderava così ardentemente unirsi a lui che chiese di diventare una sola cosa con quel corpo che tanto amava. Allo stesso tempo, Ermafrodito invocò i propri genitori, chiedendo che chiunque si fosse immerso in quelle acque subisse lo stesso destino.
Gli dèi ascoltarono le loro preghiere, e i due corpi si fusero, mescolandosi in un unico essere, perfettamente androgino: né uomo né donna, ma entrambe le nature insieme. Nacque così Ermafrodito, una creatura che univa in sé le caratteristiche del maschile e del femminile, simbolo di un equilibrio perfetto tra opposti.
Secondo il mito, da quel giorno chiunque si fosse immerso in quelle acque avrebbe perso la propria virilità, trasformato dalla potenza magica della fonte.
Ermafrodito divenne così il simbolo di un’unità superiore, in cui le qualità di entrambi i sessi si fondono in una forma completa, armoniosa e bellissima: una creatura che non appartiene a una sola identità, ma le comprende tutte.
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