Quello della fantascienza è un genere letterario diffuso, famoso e apprezzato da lettori di tutte le età. Negli ultimi decenni, ma non solo, sono stati numerosi gli scrittori che si sono cimentati in opere dal carattere fantascientifico, finendo per creare nuovi universi, entrati a far parte prepotentemente della nostra quotidianità.

Nonostante la fantasia abbia sempre fatto parte della natura umana, può essere interessante domandarsi chi fu il primo scrittore a generare un elaborato riconducibile a tal genere.

È così possibile risalire a “La storia vera”, di Luciano di Samosata

Busto di Luciano di Samosata (particolare, da un ritratto immaginario), xilografia del pittore inglese William Faithorne, XVII secolo – Wikipedia, pubblico dominio

Luciano di Samosata fu un famoso retore del secondo secolo dopo Cristo. Nacque circa nel 125 d.C. a Samosata, città dell’allora Regno di Commagene, oggi Turchia.

Luciano subì forti influenze culturali ellenistiche, sebbene il territorio fosse già sotto dominio romano da qualche tempo. La sua vita si svolse in concomitanza con la Seconda Ellenistica (corrente filosofico-letteraria greca, sviluppatasi durante l’età imperiale in Asia Minore), la quale ebbe probabilmente influenza sulla sua retorica.

Egli visse dapprima con uno zio, col quale si esercitava nella scultura; da egli tuttavia Luciano fuggì, stanco delle imposizioni e dei continui litigi, ma anche a causa di un suo errore: aveva distrutto una lastra di marmo durante le operazioni di “sgrossamento”. Iniziò così il suo viaggio verso l’Asia minore, ad ovest; Luciano divenne un retore itinerante, fino a quando non si stabilì ad Atene, dove iniziò la sua produzione scritta.

Alcune delle sue opere (ottanta catalogate in tutto, nonostante dieci siano di dubbia origine) di maggior fama sono “La dea della Siria”, o “La storia vera”.

“La storia vera” (in greco Ἀληθῆ διηγήματα – Alēthē diēgēmata) è uno scritto di satira, così definito da Luciano stesso. In tempi moderni è stato considerato come il primo esempio di elaborato di fantascienza.
L’opera è divisa in due parti, composte da “Libro primo” e “Libro Secondo”.

Luciano scrive, nel prologo: “Racconto tutti i tipi di menzogne in un modo plausibile e specioso, ma anche perché tutto nella mia storia è una parodia più o meno comica dell’uno o dell’altro dei poeti, storici e filosofi del passato, che hanno scritto molto che sa di miracoli e favole”.

Frontespizio di una traduzione latina del 1619 delle opere complete di Luciano di Samosata – Wikipedia, pubblico dominio

Nel Libro Primo, viene spiegato l’intento dell’opera; Luciano afferma subito che nulla di ciò che è scritto è vero, e ne inizia la narrazione; protagonista è Luciano stesso che, insieme a cinquanta compagni, decide di prendere il mare. Il loro intento è quello di superare le Colonne d’Ercole e incontrare i popoli al di là dell’Oceano.

Durante il loro viaggio violenti eventi atmosferici saranno decisivi; dapprima una tempesta li colpisce, flagellandoli per settantanove giorni. All’ottantesimo, la ciurma approda sull’isola raggiunta anticamente da Eracle e Dionisio. Gli uomini decidono di soggiornarvi ed esplorarla per breve tempo.

Dopo aver ripreso il mare, la ciurma viene risucchiata da un grande mulinello di vento, il quale la tratterrà al suo interno per sette giorni e sette notti, fino al raggiungimento del suolo Lunare: “una terra vasta come un’isola, splendente e sferica e illuminata da una grande luce”

All’arrivo degli uomini, ippogrifi li rapiscono e li portano al cospetto del Re Endimione. Questi era in guerra contro il Re del Sole, Fetonte, per il dominio di Venere.

Le descrizioni fatte da Luciano sulle modalità di combattimento extraterrestri sono del tutto singolari; l’arsenale è quanto mai terrestre, composto ad esempio da catapulte, le quali vengono caricate con giganti rape. I guerrieri combattono armati di funghi, usati come scudi, e gambi di asparagi, usati come lance.

La guerra stellare verrà vinta dagli abitanti del Sole, sul quale Luciano e i compagni verranno poi fatti prigionieri. La loro permanenza sul Sole non dura molto, e una volta liberi Luciano racconta delle strane usanze del popolo della Luna, loro amico, come il fatto che non vi fossero femmine e che la nascita dei bambini avvenisse dai polpacci degli uomini.

Illustrazione di William Strang dell’edizione del 1894 di True History di Lucian; colossali ragni lunari ruotano una ragnatela nell’aria tra la Luna e la Stella del mattino. – Wikipedia, pubblico dominio

La nave di Luciano fa ritorno sulla Terra, ma viene inghiottita da una balena, che al suo interno contiene isole abitate da variegate tribù.

Da qui inizia il ‘Libro Secondo’. Luciano cerca una via di fuga, e la trova attraverso la bocca della balena, dalla quale la nave fuoriesce. La ciurma attraverserà un mare fatto di latte, per arrivare poi alle Isole dei Beati, dove farà la conoscenza di Omero, Ulisse ed altri personaggi illustri della mitologia Greca. Dopo altre peripezie, la ciurma naviga presso una profondissima voragine nell’Oceano, fino ad arrivare, finalmente, a un mare quieto. Ma la sventura non lascerà sola la ciurma, poiché una nuova tempesta demolirà la nave, rendendola inagibile.

Luciano conclude il racconto promettendo di continuarlo in ipotetici libri seguenti, tuttavia mai scritti…

 

Stralcio testo tratto da un articolo di Cecilia Fiorentini pubblicato sulla pagina di vanillamagazine.it sulla quale vi suggerisco di continuare la lettura…

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