«L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio Salvatore» (Lc 1,46).
Con queste parole, Maria innalza prima di tutto un inno di gratitudine per i doni straordinari che Dio le ha concesso, e subito dopo proclama i benefici universali con cui Egli, fedele al suo amore, continua a provvedere all’umanità per l’eternità.

Magnifica davvero il Signore l’anima di chi, nell’intimo del cuore, trasforma ogni pensiero, ogni emozione, in lode a Dio; l’anima di chi osserva i suoi comandamenti e tiene sempre viva la consapevolezza della sua potenza e maestà.
Esulta in Dio suo Salvatore lo spirito di colui che trova gioia solo nel ricordo del suo Creatore, in quella speranza di salvezza eterna che in Lui ripone fiducia.

James Tissot – The Visitation (La visitazione) – Brooklyn Museum – Wikipedia, pubblico dominio

Queste parole, adatte a ogni anima perfetta, si addicono in modo unico e privilegiato alla beata Madre di Dio.
Maria, accesa dallo spirito di amore, gioiva non solo spiritualmente, ma anche fisicamente, per la concezione nel suo grembo di colui che è il Salvatore. Nessuno come lei poteva esultare di gioia così profonda: sapeva infatti che l’autore eterno della salvezza sarebbe nato da lei, incarnandosi nel tempo, rimanendo nello stesso istante suo Figlio e suo Signore.

«Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente, e santo è il suo nome.»
Maria non attribuisce nulla ai propri meriti: riconosce che ogni grandezza viene esclusivamente da Dio, il quale, onnipotente e misericordioso, è solito innalzare chi è piccolo e rafforzare chi è debole.
Non a caso aggiunge: «Santo è il suo nome», invitando chi ascolta, e chiunque avrebbe meditato le sue parole, a confidare nel nome santo del Signore e a invocarlo, perché, come dice la Scrittura: «Chiunque invocherà il nome del Signore sarà salvato» (Gl 3,5).
Quel medesimo nome che, poco prima, Maria aveva esaltato dicendo: «Il mio spirito esulta in Dio, mio Salvatore».

È per questo che nella Chiesa è nata la bellissima consuetudine di cantare ogni sera il Magnificat nella preghiera dei Vespri.
Con questa preghiera, la memoria quotidiana dell’Incarnazione del Signore ravviva nei cuori dei fedeli l’amore per Dio e, attraverso l’esempio della Vergine Maria, li rafforza nella virtù.
Cantare il Magnificat alla sera, poi, ha un significato profondo: quando la mente, stanca e distratta dalle tante occupazioni del giorno, si raccoglie nel silenzio che precede il riposo, trova nella lode a Dio il suo ristoro e la sua pace.

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