Nella mitologia slava, le vile (villi o willi, al singolare vila), sono creature fatate femminili, simili alle ninfe greche o agli elfi. A seconda delle varie culture e tradizioni popolari, assumono nomi e caratteristiche diverse.

Ivan Kramskoi – Le sirene, 1871 – Collezione Tretyakov Gallery, Mosca – Wikipedia, pubblico dominio

Controllano le tempeste, e vivono nei prati, negli stagni, nei boschi, sugli alberi, sui monti, sulle nuvole e negli oceani. Possono assumere diverse forme, e apparire ai viaggiatori sotto forma di cigno, cavallo, lupo, oltre che come bellissime donne.

N. Besta, bozzetto per Le Villi di Giacomo Puccini, pubblicato sulla “Gazzetta Musicale di Milano” (1884) – Wikipedia, pubblico dominio

Nella mitologia dei popoli slavi le Villi sono spiriti di giovani fanciulle morte prima del matrimonio perché tradite o abbandonate o giovani madri straziate dalla morte dei loro giovani bambini morti prematuramente per motivi ingiusti.

Son esseri vendicative e spettrali, incapaci di trovare riposo eterno nella morte, che ogni notte tra il crepuscolo e l’alba cercano i traditori d’amore che costringono, con l’aiuto di rametti di vischio apparentemente magici, a ballare convulsamente fino a provocarne la morte per sfinimento o fino a che totalmente indeboliti non vengono gettati in un lago nelle loro vicinanze.

Le Villi provano infatti un irrefrenabile desiderio e un amore incredibile per la danza. Alla morte del traditore le Villi si dileguano e con esse svanisce, finalmente placato, il fantasma della fanciulla morta per amore.

Nel balletto classico Giselle del compositore francese Adolphe-Charles Adam, le Villi vengono per l’appunto raffigurate in questo modo. (NdR:  nello stesso modo vengono raffigurate anche nell’opera lirica Le Villi del compositore italiano Giacomo Puccini


Testo tratto dalla pagina: unmondoaccanto.blogfree sulla quale vi suggerisco di continuare la lettura…

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