
Monumento di Santa Faustyna a Łódź, particolare – Wikipedia, foto di Zorro2212, opera propria rilasciata con licenza CC BY-SA 3.0
Santa Faustina Kowalska, apostola della Divina Misericordia, nutrì sempre un profondo amore per il Santo Rosario. Nei suoi “Pensieri” affidati al Diario, emergono lampi di luce spirituale che ci guidano a contemplare i Misteri con cuore umile e fiducioso.
1. I Misteri Gaudiosi
Nel silenzio della preghiera, Faustina si sente come un bambino tra le braccia di Maria. Meditando l’Annunciazione, scrive: “Chiedo alla Vergine di insegnarmi l’obbedienza vera, col cuore puro e docile come il suo” (Diario, 109). Sull’Incoronazione di Maria, la Santa vede la corona di dolori trasformarsi in corona di gloria, credendo che la nostra piccola sofferenza sia già partecipazione al trionfo celeste.
2. I Misteri Dolorosi
Faustina si ferma davanti alla Croce con commossa partecipazione. Nel Calvario, confida: “Ogni colpa che reca dolore a Cristo si fonde con il mio pentimento; recitare il Rosario è offrirGli ancora quei trenta peccati che ho dimenticato” (Diario, 324). Al momento in cui Gesù cade sotto la croce, percepisce il peso delle anime: “Vorrei portare sulle mie spalle le loro colpe, ma mi basta offrirGli un’Ave con tutto l’amore che posso.”
3. I Misteri Gloriosi
Alla Risurrezione, Faustina vede fiorire nella sua anima la certezza della vittoria sul peccato: “Non temere, l’oscurità per quanto lunga non può soffocare la luce che è Cristo” (Diario, 150). Nell’Ascensione, ascolta Maria sussurrare: “Ricorda che il tuo posto è vicino a Me, benché ti sembri lontano.” E al dono dello Spirito Santo, il suo cuore diviene tabernacolo di pace: pregare il Rosario le infonde coraggio per annunciare la Misericordia al mondo.
In ogni Ave Maria, Santa Faustina riconosce il “sì” di Maria al progetto divino e trova la forza di rispondere con la sua vita alla chiamata della Misericordia. Il suo invito per noi è semplice e rivoluzionario: recitiamo il Rosario con fede profonda, lasciando che sia la Madre a condurre il nostro sguardo verso Gesù misericordioso. È in questo abbraccio di preghiera che impariamo a diventare strumenti vivi della Sua infinita compassione.
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