Busto di Pitagora. Copia romana di originale greco. Musei Capitolini, Roma – Wikipedia, pubblico dominio

Pitagora (Samo (?), 570 a.C. circa – Metaponto, 495 a.C. circa) è stato un filosofo dell’antica Grecia. Fu matematico, taumaturgo, astronomo, scienziato, politico e fondatore a Crotone di una scuola iniziatica secondo quanto tramandato dalla tradizione.

Viene ricordato come fondatore storico della scuola a lui intitolata, nel cui ambito si svilupparono le conoscenze matematiche e le sue applicazioni come il noto teorema di Pitagora. Il suo pensiero ha avuto comunque importanza per lo sviluppo della scienza occidentale, perché ha intuito per primo l’efficacia della matematica per descrivere il mondo.

La vita di Pitagora è avvolta nel mistero, di lui sappiamo pochissimo e la maggior parte delle testimonianze che lo riguardano sono di epoca più tarda.

Alcuni autori antichi o suoi contemporanei come Senofane, Eraclito ed Erodoto ci danno testimonianze tali da far pensare alla esistenza storica di Pitagora, pur se inserita nella tradizione leggendaria.

Secondo queste fonti Pitagora nacque nella prima metà del VI sec. a.C. nell’isola di Samo, dove fu scolaro di Ferecide e Anassimandro subendone l’influenza nel suo pensiero. Secondo alcune ricostruzioni, il padre potrebbe essere stato un cittadino facoltoso di nome Mnesarco.

Attribuibile alle leggende sulla vita di Pitagora è il suo matrimonio con Teano, dalla quale avrebbe avuto tre figli, due maschi: Arimnesto, Telauge e una femmina: Damo. Infatti «il nome Teano [può] suggerire abbastanza facilmente un rapporto con la divinità …, mentre assai più improbabili sono i nomi dei figli, maschi e femmine, che egli avrebbe avuto.»

Pitagora, filosofo dell’antica Grecia. Da Thomas Stanley, 1655, The history of philosophy – Wikipedia, pubblico dominio

Da Samo Pitagora si trasferì nella Magna Grecia. A Crotone, all’incirca nel 530 a.C., fondò la sua scuola. Secondo Russell, il trasferimento di Pitagora si dovette a cause politiche in quanto il filosofo non approvava la tirannide di Policrate. Dei suoi viaggi in Egitto e a Babilonia, narrati dalla tradizione dossografica, non vi sono fonti certe, essi sono ritenuti, almeno in parte, leggendari.

Sulla sua morte i resoconti dei biografi non coincidono: essendo scoppiata una rivolta dei democratici contro il partito aristocratico pitagorico, la casa dove si erano riuniti gli esponenti più importanti della setta fu incendiata. Si salvarono Archippo e Liside che si rifugiò a Tebe. Secondo una versione, Pitagora prima della sommossa si era ritirato a Metaponto, dove era morto. Secondo altri invece casualmente era assente alla riunione nella casa incendiata e quindi riuscì a salvarsi fuggendo prima a Locri, quindi a Taranto e da lì a Metaponto dove morì.

Quasi sicuramente Pitagora non lasciò nulla di scritto e le opere Tre libri e Versi aurei vanno ascritte ad autori sconosciuti, che li scrissero in epoca cristiana o di poco antecedente.

Una versione della morte di Pitagora è collegata all’idiosincrasia del filosofo e della sua Scuola per le fave che si guardavano bene dal mangiare ed anzi evitavano contatti con questa pianta. Secondo la leggenda, Pitagora stesso, in fuga dagli scherani di Cilone di Crotone, preferì farsi raggiungere ed uccidere piuttosto che mettersi in salvo in un campo di fave.

Esistono due interpretazioni riguardo al divieto di mangiare fave. Quella di Gerald Hart, secondo cui il favismo era una malattia diffusa nella zona del crotonese e ciò conferirebbe al divieto una motivazione profilattica-sanitaria. L’altra teoria fa riferimento a credenze antiche, messe in luce da Claude Lévi-Strauss, secondo cui le fave erano considerate connesse al mondo dei morti, della decomposizione e dell’impurità, dalle quali il filosofo si deve tenere lontano.

Peter Paul Rubens – Pitagora sostiene il vegetarismo – Wikipedia, pubblico dominio

Pitagora è tradizionalmente considerato l’iniziatore del vegetarianismo in Occidente grazie ad alcuni versi delle Metamorfosi di Ovidio, che lo descrivono come il primo degli antichi a scagliarsi contro l’abitudine di cibarsi di animali, reputata dal filosofo un’inutile causa di stragi, dato che la terra offre piante e frutti sufficienti a nutrirsi senza spargimenti di sangue; Ovidio lega il vegetarianismo di Pitagora alla credenza nella metempsicosi, secondo cui negli animali non vi è un’anima diversa da quella degli esseri umani.

Stralcio testo tratto dalla pagina: quarsoft.info sulla quale vi suggerisco di continuare la lettura…

 

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