POVERTA’ E PROVVIDENZA

Luca della Robbia – Cristo soccorre il povero – Museo del Louvre – Wikipedia, pubblico dominio

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Marco 6, 7-9

[7] Allora chiamò i Dodici, ed incominciò a mandarli a due a due e diede loro potere sugli spiriti immondi. [8] E ordinò loro che, oltre al bastone, non prendessero nulla per il viaggio: né pane, né bisaccia, né denaro nella borsa; [9] ma, calzati solo i sandali, non indossassero due tuniche.

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Marco 4, 18-19 

[18] Altri sono quelli che ricevono il seme tra le spine: sono coloro che hanno ascoltato la parola,[19] ma sopraggiungono le preoccupazioni del mondo e l’inganno della ricchezza e tutte le altre bramosie, soffocano la parola e questa rimane senza frutto.

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Luca 12, 16-31

[16] Disse poi una parabola: «La campagna di un uomo ricco aveva dato un buon raccolto.[17] Egli ragionava tra sé: Che farò, poiché non ho dove riporre i miei raccolti?[18] E disse: Farò così: demolirò i miei magazzini e ne costruirò di più grandi e vi raccoglierò tutto il grano e i miei beni.[19] Poi dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; riposati, mangia, bevi e datti alla gioia.[20] Ma Dio gli disse: Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato di chi sarà?[21]Così è di chi accumula tesori per sé, e non arricchisce davanti a Dio».[22] Poi disse ai discepoli: «Per questo io vi dico: Non datevi pensiero per la vostra vita, di quello che mangerete; né per il vostro corpo, come lo vestirete.[23] La vita vale più del cibo e il corpo più del vestito.[24] Guardate i corvi: non seminano e non mietono, non hanno ripostiglio né granaio, e Dio li nutre. Quanto più degli uccelli voi valete![25] Chi di voi, per quanto si affanni, può aggiungere un’ora sola alla sua vita?[26] Se dunque non avete potere neanche per la più piccola cosa, perché vi affannate del resto?[27] Guardate i gigli, come crescono: non filano, non tessono: eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro.[28] Se dunque Dio veste così l’erba del campo, che oggi c’è e domani si getta nel forno, quanto più voi, gente di poca fede?[29] Non cercate perciò che cosa mangerete e berrete, e non state con l’animo in ansia: [30] di tutte queste cose si preoccupa la gente del mondo; ma il Padre vostro sa che ne avete bisogno.[31] Cercate piuttosto il regno di Dio, e queste cose vi saranno date in aggiunta.

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Matteo 6, 28-34

E perché vi affannate per il vestito? Osservate come crescono i gigli del campo: non lavorano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. Ora se Dio veste così l’erba del campo, che oggi c’è e domani verrà gettata nel forno, non farà assai più per voi, gente di poca fede?
Non affannatevi dunque dicendo: Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo?
Di tutte queste cose si preoccupano i pagani; il Padre vostro celeste infatti sa che ne avete bisogno. Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta. Non affannatevi dunque per il domani, perché il domani avrà gia le sue inquietudini.
A ciascun giorno basta la sua pena.
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RIFLESSIONI:

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Giotto – San Francesco dona il mantello a un povero – Assisi, Basilica superiore – Wikipedia, pubblico dominio

La povertà rappresenta un atteggiamento fondamentale nella preghiera. Povertà come manifestazione del proprio nulla ed esplorazione coraggiosa e discreta del tutto di Dio. Se l’attesa è l’espressione della speranza la povertà è espressione di fede.
Nella preghiera è povero colui che si riconosce dipendente da un Altro. Rinuncia a fondare la vita su se stesso, sui propri progetti, le proprie risorse, le proprie sicurezze ma la aggancia a Dio.
Il povero si fida del Dio che interviene, ma anche del Dio che non si fa sentire. Del Dio che si manifesta, come del Dio che non dà alcun segno…
Povertà significa non sistemarsi. Lasciarsi continuamente disinstallare da Dio che stabilisce con precisione le posizioni che devi abbandonare (“…vattene dalla tua patria e dalla casa di tuo padre…”), ma non ti dà alcuna informazione concreta sulla direzione che devi imboccare (“…verso il paese che io ti indicherò” Gn 12,1)

Si tratta di arrendersi a Dio che ti dice quando è ora di partire (subito) ma non ti rivela quando arriverai.

L’unica costante è la provvisorietà.

L’unico conforto la precarietà.

L’unico punto d’appoggio l’ insicurezza.

L’unica ricchezza una promessa.

L’unico fatto una parola.

Stralcio testo tratto dalla pagina: lucetta2014.wordpress.com sulla quale vi suggerisco di continuare la lettura…

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La povertà

In una certa misura possiamo dare una impostazione alla nostra vita: per essere poveri nel senso giusto, cioè umili, generosi, sensibili agli altri, alla ricerca continua della Verità e quindi non-ipocriti, amanti di Dio e di conseguenza del prossimo….
La base è sempre la preghiera e la finalità è fare il bene, ma molto meglio è seguire quello che vuole Dio.

C’è una frase di un salmo a me molto cara:
Sta’ lontano dal male e fa’ il bene,
e avrai sempre una casa. (Salmo 36:27)

E in effetti chi può negare il contrario? E non ci attacchiamo ai singoli casi più o meno fortunati o sfortunati! Anche il buon senso fa pensare che chi fa il bene sarà sempre difeso e non avrà bisogno di particolari ricchezze o potere.
Innanzi tutto bisognerà mettersi nelle mani di Dio e non seguire altri idoli.
Un esempio di idoli attuali? Beh, non sarà il vitello d’oro al tempo di Mosè, ma poco ci manca: il culto del corpo, che va ben oltre la consapevolezza della sanità dello sport; la carriera anche con aggressività; la coppia tipo la famigli finte della pubblicità televisiva; il sesso; il divertimento a tutti i costi, come la discoteca; le amicizie-alleanze in cui non si fa il bene ma, più o meno inconsapevolmente, ci si appoggia a vicenda per finalità egoistiche… gli esempi sono tantissimi.
Dopo aver stretto fermamente la mano di Dio, la vita si imposta sempre di più come povera: e sapete perché? Perché quando si cammina con Dio si cresce; e nella maturazione si rinforzano e abbelliscono tutte le Virtù, che veramente fanno bella la vita. Il distacco dunque, a mio avviso, si realizza pienamente facendo la Volontà di Dio, la quale va sempre ricercata nella preghiera.
Dio, nostro Amore dolcissimo, allora una volta mi dirà: “Fabrizio, dona questi soldi”; oppure: “Usali per questo fine buono”; oppure: “Questo è il momento di avvicinarti a quel collega che è spesso scostante”; o ancora: “Fabrizio, fai questo servizio”… Dio ci accompagna delicatamente per nuove strade e ci fa comprendere la povertà gradualmente, secondo i suoi disegni: i suoi progetti però, ne sono certo, comprendono sempre una crescita umana e spirituale, fatta di preghiera, di ascolto della Parola di Dio, di Eucaristia, innanzitutto; poi si avranno le conseguenze: le amicizie, la scelta della “fidanzata” o l’approccio che devo avere con mia moglie; l’atteggiamento nel lavoro, la scelta su come occupare il tempo libero; il significato che ho e coltivo nel cuore di “divertirsi”; la concezione che abbiamo di amicizia… non si finisce più: l’incontro con Dio sconvolge tutto!! 

Vediamo che allora, pian piano la nostra vita diventa povera, nel disegno di Dio; ma ricca di Dio. E proprio oggi notavo che più noi ci immergiamo in Dio più percepiamo la sua vera bellezza e più entriamo in un circolo virtuoso fatto di preghiera, in cui, in fine ci chiediamo: ma prima… come facevo senza Dio???

Stralcio testo tratto dalla pagina: vienievedrai.it sulla quale vi suggerisco di continuare la lettura…

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