L’ascesa di Akhenaton e la svolta monoteistica

Colosso di Akhenaton proveniente dal Tempio di Aton a Karnak. Museo egizio del Cairo – Wikipedia – Foto: Jean-Pierre Dalbéra, rilasciata con licenza CC BY 2.0

Amenhotep IV, più noto come Akhenaton, fu l’ultimo grande sovrano della XVIII dinastia egizia e uno dei primi leader della storia a tentare una radicale trasformazione religiosa e culturale, seppur per un breve periodo.

All’inizio del suo regno, decise di dare una svolta alla religione egizia, introducendo il culto di un’unica divinità: Aton, che considerava l’unico vero Dio e creatore dell’universo. A differenza delle altre divinità egizie, Aton non era rappresentato in forma antropomorfa, ma come un disco solare i cui raggi si allungavano come braccia terminanti in mani, alcune delle quali reggevano l’ankh, simbolo della vita.
Per sancire questa svolta, Amenhotep IV cambiò il proprio nome in Akhenaton, che significa “Colui che serve Aton”, e trasferì la capitale in una nuova città costruita appositamente: Akhetaton (“Orizzonte di Aton”), oggi nota come Tell el-Amarna.

Il monoteismo e la sfida al potere sacerdotale
La riforma religiosa di Akhenaton fu una vera rivoluzione. Per la prima volta nella storia egizia, il faraone impose un culto monoteistico, ponendo Aton al di sopra di tutte le altre divinità e dichiarandosi suo unico portavoce. Questo cambiamento rappresentava una sfida diretta alla potente casta sacerdotale, in particolare a quella del dio Amun, che per secoli aveva accumulato un enorme potere politico ed economico.
I sacerdoti, che godevano di privilegi in base alla nascita e controllavano templi e ricchezze, si trovarono improvvisamente privati della loro influenza. Akhenaton consolidò così il suo potere, centralizzandolo interamente nella sua persona.
Questa trasformazione ebbe un impatto significativo anche sull’arte e sulla cultura, dando origine a uno stile artistico completamente nuovo, noto come arte amarniana.

L’arte amarniana: un’espressione rivoluzionaria

Il faraone Akhenaton e la sua famiglia mentre offrono doni votivi ad Aton – Wikipedia, pubblico dominio

L’arte figurativa sotto il regno di Akhenaton abbandonò i rigidi canoni estetici tradizionali, che per secoli avevano imposto la rappresentazione idealizzata del faraone come figura vigorosa e perfetta.

Le immagini di Akhenaton sopravvissute fino a oggi mostrano un sorprendente realismo, al punto che lo studioso J. Pendlebury definì le statue del “faraone eretico” come “un meraviglioso studio patologico”.

Le raffigurazioni di Akhenaton lo mostrano con tratti allungati e marcati, gote incavate, labbra prominenti, mandibola cadente e occhi semiaperti. Il collo appare esile e lungo, simile a quello di un cigno.

Il corpo presenta ginecomastia (sviluppo del seno), addome prominente, fianchi larghi e cadenti, con una forma complessiva a “anfora”. Una delle statue più celebri, nota come “Colosso asessuato”, lo ritrae praticamente privo di genitali.

Questa rappresentazione così insolita ha portato gli studiosi a interrogarsi sulla sua natura: si trattava di una forma di espressionismo artistico o di un ritratto fedele alla realtà?

Una malattia genetica o un’espressione simbolica?

Foto del busto di Nefertiti al Neues Museum di Berlino.- Wikipedia – Foto: Philip Pikart, opera propria rilasciata con licenza CC BY-SA 3.0

Il particolare aspetto fisico di Akhenaton ha dato origine a numerose teorie mediche.
Secondo il dottor Irwin Braverman, docente di storia della medicina alla Yale University, il faraone sarebbe stato affetto da una mutazione genetica che alterava le sue funzioni ormonali, aumentandone la produzione di estrogeni e conferendogli un aspetto androgino.

Molti egittologi, tra cui Donald B. Redford, ritengono invece più probabile che Akhenaton soffrisse della sindrome di Marfan, una malattia genetica che porta a tratti allungati e deformità scheletriche. Altre ipotesi considerano la sindrome di Klinefelter o altre patologie simili.

Alcuni studiosi hanno persino ipotizzato che Akhenaton fosse una donna, ma questa teoria è stata smentita dal fatto che ebbe almeno sei figlie con la sua celebre moglie, la regina Nefertiti.

Il mistero della sepoltura e il destino del faraone eretico
La vera tomba di Akhenaton fu scoperta nel 1890 nelle colline a est di Amarna. Tuttavia, alcuni studiosi, come A. Phillips, sostengono che il corpo del faraone possa essere stato trasferito segretamente nella tomba 55 della Valle dei Re, forse con sembianze femminili, come punizione postuma per la sua eresia.

Curiosamente, la tomba fu scoperta solo dopo la morte di Smenkhara, il successore di Akhenaton che regnò per un solo anno. Questo ha alimentato il sospetto che la sepoltura del faraone eretico fosse stata nascosta per anni dai suoi seguaci, fedeli al culto di Aton.

Il legame tra Akhenaton e l’origine del monoteismo
Uno degli aspetti più affascinanti della figura di Akhenaton è il possibile legame tra il suo culto monoteistico di Aton e le religioni monoteiste successive, come l’ebraismo.

Alcuni studiosi hanno ipotizzato che il faraone possa aver tratto ispirazione dalle credenze ebraiche o, viceversa, che il monoteismo ebraico abbia avuto origine dall’esperienza religiosa egizia.
A. Phillips suggerisce addirittura che i seguaci di Aton abbiano trovato rifugio tra gli Ebrei dopo la caduta del culto.

Akhenaton, Nefertiti e le loro figlie – Museo Egizio del Cairo, (Egitto) – Wikipedia – Foto: Gérard Ducher (user:Néfermaât) rilasciata con licenza CC BY-SA 2.5..

Un’ipotesi ancora più suggestiva lega Akhenaton al mito di Atlantide. Secondo questa teoria, il monoteismo di Aton potrebbe essere un retaggio di una religione antichissima proveniente dalla leggendaria civiltà atlantidea. Se Atlantide fosse davvero esistita, i suoi superstiti avrebbero potuto diffondere l’idea di un Dio unico in diverse culture, compresa quella egizia.

Dopo la morte di Akhenaton, il suo successore, il giovane faraone Tutankhamon, fu costretto a ripristinare il vecchio ordine.
La capitale Akhetaton venne abbandonata, il culto di Aton fu rinnegato e gli antichi dei, in particolare Amun, tornarono a dominare la vita religiosa egizia. La potente casta sacerdotale riprese il controllo, cancellando ogni traccia della rivoluzione amarniana e cercando di distruggere la memoria del faraone eretico.

Tuttavia, nonostante i tentativi di rimozione, il nome di Akhenaton è giunto fino a noi, lasciandoci una delle figure più affascinanti e controverse della storia.

 

vedi anche:

  • Akhenaton: l’ultimo faraone alieno dell’antico Egitto

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