
Niccolò Copernico, copia di un vecchio dipinto del 1575, oggi in possesso della Biblioteca di Stato di Cracovia – Wikipedia, pubblico dominio
Niccolò Copernico, celebre astronomo e cosmologo polacco, è ricordato come il padre della teoria eliocentrica: secondo questa visione, è il Sole e non la Terra a occupare il centro dell’universo, mentre il nostro pianeta ruota quotidianamente su se stesso e compie un’intera orbita attorno al Sole nel corso di un anno.
Figura fondamentale per la storia della scienza e dell’umanità, Copernico nacque nel 1473, ben 111 anni prima di un altro gigante della scienza: Galileo Galilei. Proveniva da una famiglia di origine slesiana, composta da commercianti e funzionari amministrativi di lingua tedesca. Nel 1491 iniziò gli studi all’Università di Cracovia, grazie all’intervento dello zio, un vescovo influente. Tuttavia, non completò il corso di studi e decise di proseguire la propria formazione in Italia, dedicandosi alla medicina e al diritto, come era consuetudine per i giovani del suo ceto sociale.
Nel frattempo, lo zio gli procurò un canonicato a Frauenberg (oggi Frombork), una carica ecclesiastica più amministrativa che religiosa.
Nel 1497 si iscrisse all’Università di Bologna per studiare diritto canonico e approfondire la letteratura classica. In quegli anni fu ospite di un professore di matematica che, già critico della cosmologia tolemaica, lo incoraggiò ad approfondire lo studio della matematica e dell’astronomia.
Nel 1500 Copernico insegnava astronomia a Roma e l’anno successivo si iscrisse a medicina a Padova, presso l’università in cui Galileo avrebbe insegnato circa un secolo più tardi. Nel 1503 conseguì la laurea in diritto canonico a Ferrara, per poi tornare in patria e riprendere i suoi doveri di canonico.
Tra il 1507 e il 1515 scrisse un primo trattato astronomico, in cui delineava già i principi della sua teoria eliocentrica. Intanto lavorava alla sua opera maggiore: De revolutionibus orbium coelestium (“La rivoluzione delle sfere celesti”), completata nel 1530 ma pubblicata solo nel 1543, poco prima della sua morte. A spingerlo alla pubblicazione fu un giovane discepolo, Rheticus. Copernico, infatti, fu sempre molto cauto nel diffondere le sue idee, consapevole del contrasto con l’interpretazione letterale della Bibbia.
Curiosamente, pur rivoluzionando il cosmo, Copernico rimase legato alla fisica aristotelica. Il suo desiderio di superare il modello tolemaico nasceva proprio dall’insofferenza verso le incongruenze tra le osservazioni astronomiche e la teoria di Aristotele. Ad esempio, nel sistema tolemaico i pianeti non si muovevano con velocità angolare costante. Per ovviare a questo, Tolomeo aveva ideato l’”equante“, un punto dal quale il moto appariva uniforme. Copernico, attento aristotelico, cercava invece un sistema in cui i moti fossero realmente regolari e circolari.

Scenographia Systematis Copernicani (Il sistema copernicano) – Wikipedia, pubblico dominio
Prima della sua teoria, il cosmo era concepito come geocentrico: la Terra immobile al centro di sfere concentriche che portavano con sé i pianeti, mentre le stelle fisse si trovavano sull’ultima sfera, immobile e perfetta. Copernico riprese invece l’antica intuizione di alcuni filosofi greci, come i pitagorici, secondo cui era il Sole a occupare il centro del cosmo. Questo modello non solo spiegava meglio fenomeni come il moto retrogrado di Marte, Giove e Saturno, ma rispondeva anche all’idea che l’universo, opera di un Dio razionale, dovesse essere ordinato e semplice, non costruito attorno a un punto insignificante come la Terra.
Basandosi sul principio della relatività del moto, secondo cui un movimento può essere attribuito tanto all’oggetto osservato quanto all’osservatore, Copernico attribuì alla Terra un triplice moto: rotazione su sé stessa, rivoluzione attorno al Sole e un’oscillazione simile alla precessione di una trottola. Mantenne tuttavia alcune concezioni antiche, come l’esistenza delle sfere celesti e la finitezza dell’universo delimitato dalla sfera delle stelle fisse.

Immagine del modello eliocentrico di Copernico ‘De revolutionibus orbium coelestium’. – Wikipedia, pubblico dominio
È importante ricordare che Copernico non fu l’inventore dell’eliocentrismo, ma colui che per primo lo trasformò in un sistema coerente e in grado di offrire previsioni astronomiche affidabili, comparabili a quelle del modello tolemaico. Già nel XV secolo, Niccolò Cusano aveva ipotizzato un universo infinito e mobile, con una Terra che non poteva essere al centro di nulla. Tuttavia, il modello tolemaico continuava a prevalere perché, semplicemente, “funzionava” meglio di ogni altra proposta.
Le idee copernicane erano però troppo rivoluzionarie per il senso comune del XVI secolo. Fino al 1600, i sostenitori della teoria eliocentrica erano pochissimi, e quasi nessuno apparteneva agli ambienti accademici.

Jan Matejko, Copernico conversa con Dio (1872), dipinto conservato presso l’Università Jagellonica di Cracovia – Wikipedia, pubblico dominio
Solo in seguito, e non senza ostacoli, la teoria di Copernico si affermò. Anche la sua condanna durante il processo a Galileo del 1615-16 non riuscì a fermarne la diffusione. Anzi, proprio da lì ebbe inizio la sua definitiva consacrazione.
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