Probabilmente avete sentito parlare del Minotauro (metà uomo e metà toro), ma per quanto riguarda il Quinotauro?

Nella storia antica dei Franchi si parla di un “mostro di Nettuno” che assomiglierebbe ad una creatura chiamata Quinotauro.
Questo misterioso mito appare solo in un testo; narra la leggenda che il Quinotauro avrebbe generato una stirpe di re i cui discendenti ancora ai giorni nostri sono vivi ed appaiono anche in romanzi come II Codice da Vinci. 

Placca in bronzo argentato raffigurante Meroveo vittorioso nella battaglia dei Campi Catalaunici (Emmanuel Fremiet, 1867). Immagine caricata da Fordmadoxfraud e rilasciata con licenza CC BY-SA 3.0

Meroveo, il fondatore della dinastia merovingia

Questo mito narra la storia dei franchi, una tribù germanica i cui discendenti emigrarono in regioni che oggi corrispondono alla Francia, alla Germania e al Belgio e regnarono in questi territori.

Nella storia sui Franchi, il chierico Fredegario attribuisce la fondazione della sua dinastia regnante, i Merovingi, a un uomo di nome Meroveo.
Gregorio de Tours ci fornisce la prima fonte in cui si menziona Meroveo. Questo cronista non ci descrive Meroveo come il discendente di una stirpe di mostri ma come un uomo mortale che fondò una nuova dinastia reale.


Discendente di Clodione?

Gregorio de Tours dilaga sulle gesta dei discendenti di Meroveo, anche su suo figlio Childerico, invece di parlare dei loro illustri avi.
Meroveo avrebbe potuto essere imparentato con un precedente re dal nome Clodione, ma questo non trova conferme.
Cosa significa tutto questo?
Forse Meroveo non era di stirpe nobile, ma un uomo che era salito in alto con le sue forze: comunque sembra che i discendenti di Meroveo furono storicamente più importanti dei suoi avi.

Altre fonti, come l’opera anonima Liber Historiae Francorum (“Il Libro della Storia dei Franchi”), identifica in maniera esplicita Meroveo come parente di Clodione.

Il già menzionato Fredegario persegue però un linea diversa, affermando che la sposa di Clodione diede alla luce Meroveo, ma che il padre non era il marito.  Secondo il cronista, quello che accadde fu che la madre di Meroveo andò a nuotare in mare e lì fu posseduta da un mostro misterioso, “creatura di Nettuno che assomigliava a un Quinotauro.”
Quindi Meroveo è figlio di un re mortale o di una creatura mitica?

Il quinotauro mentre violenta la moglie di re Clodione, la quale porta in grembo il futuro re Meroveo. opera dell’artista Andrea Farronato – Wikipedia, pubblico dominio

Chi era il Quinotauro?

A parte la similitudine etimologica con la parola “Minotauro”, altro mostro famoso, Fredegario è l’unico che fa riferimento al Quinotauro, quindi non abbiamo mezzi reali di paragone.
Alcuni studiosi affermano che “Quinotauro” è solo una trascrizione sbagliata di “Minotauro”.  I tori non sono animali abituali nei miti franco germanici, quindi tutto suggerirebbe che questa creatura è di ispirazione greco latina. Infatti, anche in questa epoca esisteva una lunga tradizione quando c’era da considerare i Franchi eredi del Mediterraneo classico (e quindi eredi legittimi dei Romani).

Dopo la guerra di Tria, i Troiani e i loro alleati sarebbero fuggiti, secondo la leggenda, e arrivarono fino alle rive del Reno, dove i loro discendenti sarebbero divenuti i Franchi.


Perché Fredegario scrisse che Meroveo era figlio di una creatura marina mitologica?

Forse Fredegario voleva elevare Meroveo alla casta degli eroi.
Era caratteristica di molti eroi mitologici la discendenza semi mitica; pensiamo per esempio al re greco Teseo di Atene che affermava che sia il dio del mare Poseidone che il re mortale Egeo erano suoi genitori.
In parole povere, il fatto di avere come padre un mostro marino rendeva Meroveo – e i suoi discendenti di carne ed ossa che vissero e regnarono ai tempi di Gregorio de Tours e di Fredegario – personaggi di un piano diverso da quello dei loro sudditi, forse li rendevano dei semidei o almeno con diritto ‘divino’ al trono.

Alcuni storici hanno affermato che i Merovingi erano di fatto considerati “re sacri” in un certo modo più che mortali – uomini sacri. Dei re senza dubbio speciali forse invincibili anche sul campo di battaglia.

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Stralcio testo tratto da un articolo di Carly Silver (traduzione di Nicoletta Marino) pubblicato nella pagina bibliotecapleyades.net sulla quale vi suggerisco di continuare la lettura…

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