- EUCARISTIA
Marco 14, 22-25
[22] Mentre mangiavano prese il pane e, pronunziata la benedizione, lo spezzò e lo diede loro, dicendo: “Prendete, questo è il mio corpo”.
[23] Poi prese il calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti. [24] E disse: “Questo è il mio sangue, il sangue dell’alleanza versato per molti. [25] In verità vi dico che io non berrò più del frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo nel regno di Dio”.
Giovanni 6, 53 58
[53] Gesù disse: “In verità, in verità vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avrete in voi la vita.
[54] Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. [55] Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. [56] Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me e io in lui.
[57] Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia di me vivrà per me. [58] Questo è il pane disceso dal cielo, non come quello che mangiarono i padri vostri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno”.

Raffaello Sanzio – Disputa del Sacramento – Wikipedia, pubblico dominio
RIFLESSIONE
L’Eucaristia rappresenta il culmine dell’Iniziazione Cristiana. Se il Battesimo ci rende cristiani e la Confermazione ci consacra a Cristo e alla Chiesa attraverso il dono dello Spirito Santo, è l’Eucaristia che ci inserisce pienamente nella comunità ecclesiale.
Il termine Eucaristia deriva dal greco e significa “rendimento di grazie”, lo stesso termine utilizzato da Gesù nell’Ultima Cena. Nel tempo, questo sacramento è stato chiamato anche Frazione del pane (come riportato negli Atti degli Apostoli), Cena del Signore e Messa, quest’ultima derivante dalla formula di chiusura dell’Eucaristia: “Ite, missa est”, che indicava l’invio del sacramento anche ai fedeli assenti, soprattutto durante i periodi di persecuzione.
Numerosi episodi dell’Antico Testamento prefigurano l’Eucaristia:
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- Melchisedec, re e sacerdote di Salem, offre pane e vino ad Abramo (Gen 14).
- L’agnello pasquale, sacrificato dagli Ebrei nella notte della liberazione dall’Egitto (Es 12).
- La manna nel deserto, con cui Dio sfama il popolo d’Israele (Es 16).
- Il sacrificio sul Sinai, che sancisce l’alleanza tra Dio e Israele (Es 24).
Nel Nuovo Testamento, è Gesù stesso a preparare e realizzare il sacramento dell’Eucaristia. Il Vangelo di Giovanni (cap. 6) lo presenta come il pane vivo disceso dal cielo, mentre i Vangeli di Matteo, Marco e Luca raccontano l’istituzione dell’Eucaristia nell’Ultima Cena, con le parole della nuova ed eterna alleanza.
L’Eucaristia è il fulcro della vita della Chiesa perché attraverso di essa Cristo continua ad agire nella comunità dei credenti. È anche il cuore della vita di ogni cristiano, poiché Cristo stesso viene a vivere in noi.
Quando riceviamo l’Eucaristia, Gesù si fa nostro nutrimento e produce in noi tre effetti fondamentali:
- Ci nutre spiritualmente.
- Ci unisce a Lui in una comunione profonda.
- Ci lega gli uni agli altri, formando un solo corpo in Cristo.
Gesù ha sottolineato l’importanza di questo nutrimento spirituale con le parole:
“Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna” (Gv 6,54).
L’Eucaristia ci rafforza per compiere il bene, combattere il male e rendere il mondo più giusto e più cristiano.
San Paolo, nella Prima Lettera ai Corinzi, evidenzia il valore comunitario dell’Eucaristia:
“Poiché vi è un solo pane, noi, pur essendo molti, siamo un solo corpo, perché partecipiamo tutti a quell’unico pane” (1 Cor 10,17).

Luca Giordano – Comunione degli Apostoli – Museo nazionale di Varsavia – Wikipedia, pubblico dominio
Durante l’Ultima Cena, Gesù rese presente il sacrificio della sua vita. Il pane spezzato rappresentava il suo corpo donato per la salvezza dell’umanità. Ogni celebrazione eucaristica rinnova il sacrificio unico di Cristo sul Calvario, rendendolo presente sull’altare.
L’idea di sacrificio è radicata nella storia dell’umanità. Fin dall’antichità, gli uomini offrivano doni alla divinità in segno di ringraziamento o per ottenere il perdono. Anche il popolo d’Israele offriva a Dio le primizie del raccolto e degli animali, come segno di consacrazione.
Gesù ha portato a compimento questa tradizione con un sacrificio nuovo e perfetto: il dono della sua stessa vita per amore e obbedienza al Padre. Egli stesso ha invitato i discepoli a unirsi a questo sacrificio con le parole:
“Prendete e mangiate, questo è il mio corpo offerto per voi. Fate questo in memoria di me.”
L’Eucaristia è anche un memoriale, cioè un evento che non si limita a ricordare il passato, ma che lo rende attuale e presente. Come gli Ebrei, celebrando la Pasqua, rivivevano il passaggio dalla schiavitù alla libertà, così i cristiani, attraverso l’Eucaristia, attualizzano il mistero della morte e risurrezione di Cristo.
Con le parole “Fate questo in memoria di me”, Gesù ha affidato alla Chiesa la missione di rendere presente il suo sacrificio in ogni tempo e luogo.

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L’Eucaristia nella storia della Chiesa
Nei primi secoli, la celebrazione eucaristica seguiva uno schema descritto da San Giustino nella sua Prima Apologia:
- Ampio spazio alle letture bibliche e alla spiegazione della Parola di Dio.
- L’offerta dei doni di pane e vino.
- La preghiera eucaristica di consacrazione.
- La comunione dei fedeli.
Nei primi tempi, l’Eucaristia veniva celebrata nelle case private. Con la crescita delle comunità cristiane, le celebrazioni si spostarono nei primi edifici di culto, come testimoniano i ritrovamenti archeologici di Dura-Europos e Aquileia. In seguito, la celebrazione eucaristica divenne un rito pubblico, svolto nelle basiliche romane, sempre la domenica, giorno della risurrezione di Cristo.
Fin dall’inizio, l’Eucaristia è stata il momento centrale della vita cristiana, un segno di unità tra i fedeli e l’incontro reale con Cristo presente nel sacramento.
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