Aiace strappa Cassandre dal Palladio. Kylix attica a figure nere, c. 550 a.C. – Staatliche Antikensammlungen, Monaco di Baviera – Wikipedia, pubblico dominio

Oltre ad Aiace Telamonio, c’è anche un altro Aiace che compare nell’Iliade, si tratta di Aiace d’Oileo.

Aiace Oileo è un personaggio della mitologia greca e fu un principe della Locride che partecipò alla guerra di Troia. Era famoso in tutta la Grecia per le abilità nel tiro con l’arco e nella corsa ma anche per la sua rozzezza ed arroganza.

Pittori, poeti e scrittori si sono lasciati ispirare per secoli dall’episodio della violenza di Aiace Oileo su Cassandra, principessa di Troia.

Per scampare al massacro che gli Achei, caduta la città, stavano consumando sui vinti, Cassandra, figlia di Priamo, si rifugiò nel Tempio di Atena. Qui, però, la raggiunse Aiace che, in spregio di quel luogo sacro, le usò violenza proprio ai piedi della statua della Dea.

Aiace strappa Cassandra dal Palladio. Dettaglio da un affresco romano nell’atrio della Casa del Menandro a Pompei. – Wikipedia, pubblico dominio

Atena ne fu tanto disgustata, da distogliere lo sguardo dalla scena. La sua ira, però, non si fermò allo stupratore, ma si estese a tutto l’esercito Acheo e inutilmente Aiace si proclamò pentito e pronto ad espiare la propria colpa: gli stessi compagni volevano la sua morte ed Odisseo propose addirittura la lapidazione.

Aiace Oileo fuggì, ma la sua nave naufragò; egli riuscì ad aggrapparsi ad uno scoglio, ma Atena  ottenne da Giove una saetta che gli scagliò contro uccidendolo.
Non ancora soddisfatta, l’implacabile Dea rivolse la sua collera contro i sudditi dell’eroe, nella terra di Locri.

Henri Auguste Calixte César Serrur – Aiace – Palazzo delle Belle Arti di Lille, Francia – Wikipedia, pubblico dominio

Un oracolo avvertì che per placare la Dea bisognava, ogni anno e per duecento anni, inviare a Troia nel Tempio di Atenadue fanciulle di nobile famiglia estratte a sorte, sbarcandole sul promontorio Reteo.
I troiani, però, consideravano quest’atto una violazione da punire con la morte, se, però, le ragazze riuscivano a raggiungere il Tempio, potevano restarvi in condizioni di  schiavitù,  fino a quando non venivano sostituite, l’anno dopo, da altre fanciulle.
Per sfuggire alla morte, le fanciulle venivano introdotte di nascosto attraverso un  passaggio segreto che conduceva direttamente al Santuario.
Per rendere più sicuro lo scambio delle coppie, nessuno,  all’infuori delle famiglie delle fanciulle stesse, conosceva quel passaggio dall’ingresso abilmente occultato e nessuno  era al corrente del momento, sempre di notte, in cui doveva avvenire lo scambio, né dell’ora precisa.

Nota:  il caso delle sacerdotesse di Locri è storicamente provato, ma gli storici sono tutti concordi nell’affermare che ad impedirne l’accesso al Tempio non fosse l’episodio della violenza di Aiace Oileo, una chiara invenzione di Omero, bensì dell’acredine esistente  tra Troia e Locri.
Le ragazze di Locri, dunque, esercitavano un diritto che i troiani non volevano riconoscere loro.

Stralcio testo tratto dalla pagina: storiaefantasydotcom1.wordpress.com sulla quale vi suggerisco di continuare la lettura…

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