Nella mitologia romana esiste una divinità che incarna un archetipo della Madre, ed è Anna Perenna.

Antica Dea Romana, Anna Perenna veniva considerata la personificazione del perpetuo rinnovarsi dell’anno, tanto più che presso i romani vigeva l’augurio di: “annare perannareque commode”, ovvero passare un buon anno dall’inizio alla fine, ragione per cui Anna Perenna veniva anche chiamata ”Anna ac Peranna”.

Inizialmente Anna Perenna rappresentava la Dea dell’abbondanza e del nutrimento, a tal proposito fa riferimento la radice della parola sanscrita “ann” (cibo) corrispondente al romano “annona” (approvvigionamenti, derrate alimentari) e cioè chi si occupava di garantire rifornimenti e approvvigionamenti a Roma, da cui deriva il nostro «mercato annonario».

Denaro d’argento; Av: Anna Perenna, con indosso una ghirlanda decorativa; caduceo alato a sinistra, bilancia a destra, Rv: Vittoria che guida la quadriga al galoppo a destra, tenendo la fronda di palma e le redini – Wikipedia, foto Otto Nickl, opera propria rilasciata con licenza CC BY-SA 4.0

La Dea romana del nutrimento e dell’abbondanza veniva raffigurata con un fascio di spighe tra le mani.
Vi sono poi altre teorie che mettono in relazione il nome della divinità come regina delle acque, altre spiegazioni associano Anna Perenna ad una ancor più antica origine etrusca.

Tradizionalmente Anna viene identificata con la mitica sorella di Didone, che dopo la sua tragica morte, si rifugiò a Malta, presso il re Batto, per sfuggire al fratello Pigmalione.

Morte di Didone, particolare che rappresenta Didone suicida soccorsa dalla sorella Anna, identificata in seguito con la divinità romana Anna Perenna, olio su tela del Guercino, 1625, Roma, Galleria Spada. – Wikipedia, pubblico dominio

Nuovamente costretta a prendere il mare, naufragò sulle coste del Lazio dove, accolta e ospitata da Enea, suscitò la gelosia della moglie Lavinia.
Didone, apparsa ad Anna in sogno la esortò ad abbandonare rapidamente la casa ospitale.

Secondo un’altra versione invece, Anna Perenna era una vecchietta di animo gentile che durante i disordini avvenuti a Roma nel 494 a.C., aiutò i plebei preparando per loro molte focacce così da poterli sfamare. Il suo aiutò fu tanto gradito che a Roma venne innalzata una statua a lei dedicata.

Qualunque sia la sua origine, questa dea romana presiedeva al corso dell’anno, ed era una personificazione femminile che incarnava il perpetuo ritorno.

Le celebrazioni a lei dedicate avvenivano il 15 marzo che, secondo il calendario romuleo, era il primo mese dell’anno e consistevano in grandi banchetti e festeggiamenti di ogni sorta con canti e balli che terminavano molto spesso con colossali ubriacature da parte dei partecipanti. Queste celebrazioni avvenivano all’ interno di un bosco sacro alla Dea, che oggi possiamo individuare nella zona dell’attuale quartiere di Roma dei Parioli. Prova ne sono i numerosi ritrovamenti archeologici rinvenuti in zona, come ad esempio una fonte votiva dedicata alla Dea e numerosi oggetti considerati magici, il che lascia supporre che il sito fosse meta di persone affascinate da pratiche occulte, lastre di piombo con incisioni di malaugurio e figure antropomorfe in cera e altri materiali organici, inserite a testa in giù in contenitori di piombo hanno rafforzato negli anni questa ipotesi.

Monete e altri oggetti usati per rituali magici ritrovati presso la fontana di Anna Perenna a Roma – Wikipedia, foto di: Flazaza – opera propria rilasciata con licenza CC BY-SA 4.0

Stralcio testo tratto da un articolo di pubblicato nella pagina illuogodellerondini.it sulla quale vi suggerisco di continuare la lettura…

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