La dea Nefele aveva sposato Atamante al quale aveva dato due figli: Frisso ed Elle.
Ma dopo qualche tempo il re la ripudiò per sposare Ino, una mortale.

Atamante e Ino, acquaforte del XVII secolo –  Universitätsbibliothek SalzburgWikipedia, pubblico dominio

Ino odiava i figli di Atamante e cercò di liberarsene con l’inganno.

(Toulouse) Nymphe appelée Ino ou Dotô Saint-Rustice – Musée Saint-Raymond Ra 20b – Wikipedia, pubblico dominio

Persuase le donne del paese a mettere nel forno i semi di grano conservati per la semina successiva, e naturalmente quando vennero seminati, non fiorirono, quindi il paese fu in preda alla carestia.

Atamante inviò i suoi messaggeri all’oracolo di Delfi, per chiedere al dio cosa avrebbe dovuto fare.

Ino pagò i messaggeri affinché, al loro ritorno, dicessero al re che l’oracolo aveva predetto il sacrificio di Frisso sull’altare di Zeus se voleva che la terra ridesse i suoi frutti.

Il popolo si rivoltò e chiese di obbedire all’oracolo. Atamante dovette acconsentire e i due ragazzi furono condotti sull’altare sacrificale per adempiere l’ordine del finto oracolo.

A questo punto, Frisso invocò l’aiuto di sua madre Nefele, dea delle nubi. Commossa dalle suppliche del giovane sfortunato, la divina Nefele ottenne da Era, moglie di Zeus, un ariete il cui vello, anziché di lana, era tutto d’oro, con l’aiuto del quale egli avrebbe potuto fuggire per sottrarsi alla minaccia.

Frisso vola sull’ariete dal vello d’oro. Riproduzione di un dipinto vascolare etrusco a figure rosse in possesso dei Musei Statali di Berlino – Autore: Eduard Gerhard – Wikipedia, pubblico dominio

L’animale parlò a Frisso, gli infuse coraggio e convinse lui e la sorella a salirgli in groppa, e così i due giovani gli montarono sopra. I due si staccarono finalmente dalla terra e iniziarono lo straordinario viaggio sorvolando i mari e le terre.

Frisso e la sorella Elle caduta in mare (da un affresco di Pompei) – Wikipedia, pubblico dominio

Ma un oscuro evento colse di sorpresa i due: non appena oltrepassarono la Penisola Tracia, Elle si addormentò e abbandonò la presa del vello precipitando in mare.
Annegò nello stretto che fin da quel momento prese il nome di Ellesponto, cioè “il mare di Elle“.

Frisso tentò invano di aiutarla, ma non poté fare nulla; da solo proseguì nel suo solitario volo e raggiunse una terra ignota; non sapeva ancora di essere sceso su una terra inospitale, la Colchide, dove lo avrebbero atteso altre prove. Qui regnava il re Eete, figlio di Elio e di Perse, e fratello della maga Circe. Questi l’accolse benevolmente e gli diede in sposa la figlia Calciope. In cambio, Frisso sacrificò l’ariete a Zeus ne offrì il vello al re, il quale lo consacrò ad Ares e lo inchiodò a una quercia in un bosco sacro al dio, mettendovi a guardia un drago che non dormiva mai.

Da Calciope, Frisso ebbe vari figli, in particolare: Argo, Mela, Frontide e Citissoro.
Presso la corte di Eete il giovane passò tutta la sua vita e, da anziano, mentre egli vi rimaneva, i suoi figli ritornarono ad Orcomeno e qui ritrovarono il loro regno. Tuttavia, Eete venne a sapere da un oracolo che sarebbe morto per mano di un discendente di Eolo; preoccupato, uccise immediatamente Frisso, per allontanare da sé questa maledizione.

Stralcio testo tratto dalla pagina: unmondoaccanto.blogfree sulla quale vi suggerisco di continuare la lettura…

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