Gige, o Gie, assieme ai suoi due fratelli Cotto e Briareo, fu uno dei primogeniti di Urano e Gaia: i Centimani (Ecatonchiri)
Disgustato dal loro aspetto e intimorito dal fatto di poter essere spodestato (per via della loro insuperabile forza fisica), Urano decise di relegarli e incatenarli negli oscuri abissi del Tartaro.
Gige e Briareo rimasero incatenati negli abissi degli Inferi. Secoli dopo, Gige riuscì infine a liberarsi dalle sue catene e, lentamente, a fare ritorno nel mondo della superficie, nel tentativo di raggiungere il Pozzo di Asclepio, sull’isola di Leucade.
All’interno del Tempio del Dio della medicina era infatti custodita la miracolosa ambrosia: un frutto, creato da Asclepio stesso, capace di far guarire da qualsiasi male e curare persino la morte.
Il piano dell’Ecatonchiro era quello di raccogliere la preziosa creazione del Dio delle cure, ed utilizzarla per riportare in vita Briareo (che nel frattempo era stato imprigionato e trasformato dalle Furie nella Prigione dei Dannati) e di ridare nuova forza a Cotto (consentendogli così di liberarsi dalle catene del Tartaro) ed insieme riconquistare il mondo che era loro per diritto di nascita.
Sfortunatamente per Gige, la fuga dagli abissi dell’Oltretomba lo aveva assai indebolito, costringendolo ad entrare in un profondo sonno ristoratore (non prima però d’esser riuscito ad impossessarsi del prezioso frutto), diventando così l’isola al centro del grande tempio.
L’ambrosia, rimasta così sulla superficie del Centimane, negli anni seguenti cominciò a germogliare andando a creare un possente albero.
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