La leggenda vuole che per compiere una delle sue fatiche, Eracle dovesse riportare ad Euristeo le mandrie di Gerione re di Tartesso.
Per trovarle attraversò l’intera Europa e giunto a Tartesso collocò due colonne antistanti, sullo stretto che segnava il confine fra l’Europa e la Libia, a memoria del suo passaggio.
Una tradizione posteriore e non documentata negli autori classici aggiunge che l’eroe scrisse sulle colonne la frase Non Plus Ultra ad indicare che oltre quel limite non si trovavano altre terre o che oltre quel limite non fosse lecito andare.
La frase è divenuta proverbiale per indicare un limite insuperabile. Il racconto è greco, lo si trova nella Biblioteca di Apollodoro, ma le due colonne da secoli indicano metaforicamente lo stretto con il nome latinizzato di Colonne d’Ercole.
La suggestione di un limite oltre il quale si trova l’ignoto doveva essere molto forte prima della scoperta dell’America, tanto forte da generare altri miti, come quello dell’ultimo viaggio di Ulisse oltre le Colonne d’Ercole che nell’Inferno dantesco è presentato come un estremo anelito di conoscenza.
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