Lo Stendardo di Ur è un prezioso manufatto risalente a circa 5.000 anni fa, proveniente dall’antica civiltà sumera che si sviluppò in Mesopotamia, nell’odierno Iraq, circa 6.000 anni fa. Questa straordinaria opera, pur nella sua antichità, ci parla ancora oggi con una forza sorprendente, raccontando storie di guerra e di pace che suonano tristemente familiari. Considerato una sorta di “libro illustrato” del tempo, lo Stendardo è un pannello rettangolare decorato su entrambi i lati, la cui funzione originaria resta ancora oggi un mistero.

Lo stendardo di Ur – Faccia detta della guerra. – Wikipedia, pubblico dominio

Realizzato con una raffinatezza artistica e una padronanza tecnica straordinarie, il pannello è composto da intarsi di lapislazzuli, conchiglie, calcare rosso e madreperla, applicati su uno strato di bitume. Gli artigiani mesopotamici riuscirono a raccontare, attraverso immagini minuziose, la complessità e lo splendore della loro società.

Lo stendardo di Ur – Faccia detta della pace. – Wikipedia, pubblico dominio

Le scene si sviluppano su tre registri orizzontali per ciascun lato: da una parte è raffigurata una campagna militare condotta dai Sumeri, dall’altra la pace ristabilita dopo la vittoria. Nella cosiddetta “faccia della guerra“, i soldati sono raffigurati con lunghi mantelli e copricapi aderenti, mentre avanzano in formazione ordinata. Carri da guerra trainati da cavalli, montati su grandi ruote di legno, dominano la scena: è questa la prima rappresentazione conosciuta della ruota, una delle invenzioni più rivoluzionarie della storia umana.

Lo stendardo di Ur, dettaglio – Wikipedia, pubblico dominio

Le ruote, realizzate in legno massiccio, erano composte da tre parti unite tramite traverse o strisce di cuoio. I segmenti laterali avevano forma di mezzaluna, mentre quello centrale, più spesso, presentava un foro centrale per l’asse che collegava le ruote al carro. Sebbene pesanti, queste ruote cambiarono radicalmente il modo di trasportare merci, rendendo più agevole lo spostamento di carichi ingombranti. I cavalli che trainavano i carri erano ben curati e addestrati, simbolo di una società organizzata e avanzata.

Ma lo Stendardo non si limita a celebrare la forza militare: mostra anche l’orrore della guerra. Una scena particolarmente cruda rappresenta i nemici sconfitti, calpestati dai carri durante l’avanzata. È un’immagine che ci colpisce ancora oggi, tanto per la sua violenza quanto per la sua attualità: quello che allora veniva raffigurato in mosaico, oggi lo vediamo sugli schermi televisivi, in tempo reale.

Attualmente, lo Stendardo di Ur è custodito al British Museum di Londra, dove continua a raccontare la storia di una civiltà straordinaria e, allo stesso tempo, ci invita a riflettere su quanto poco, nel profondo, sia cambiato il mondo.

 

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