(revisione agosto 2025)

L’Enuma Elish, noto anche come “Poema della Creazione“, veniva recitato il quarto giorno delle celebrazioni del capodanno babilonese, come solenne inno propiziatorio. Il titolo deriva dalle parole iniziali del testo, enuma elish, che significano “quando in alto”.

Il dio Marduk con il suo drago, da un sigillo cilindrico babilonese. – Wikipedia, pubblico dominio

A recitarlo era l’urigallu, il gran sacerdote, che lo declamava solennemente davanti alla statua di Marduk (identificato con Baal), al calar del sole.
In quell’occasione, le statue delle altre divinità venivano coperte, in segno di rispetto verso il dio nazionale. Lo scopo dell’inno era duplice: celebrare Marduk come ordinatore del cosmo e legittimare la sua ascesa al vertice del pantheon, da divinità di secondo rango a sovrano degli dei.

Il poema è composto da sette tavole e, oltre alla funzione celebrativa, delinea una vera e propria cosmogonia. Come nella Genesi, la narrazione prende avvio dai tempi primordiali, prima della creazione del mondo.

Oltre alla versione canonica, è probabile che esistessero anche altre redazioni orali del mito, vista la difficoltà di accesso alla scrittura cuneiforme, riservata agli ambienti colti o agli archivi di stato. Le tavolette erano infatti un bene raro e costoso, e la scrittura stessa risultava complessa da apprendere.

Dell’autore non si conosce l’identità: nella cultura babilonese non si attribuiva mai la paternità delle opere letterarie. Gli studiosi tendono a collocare la composizione del poema durante la prima dinastia di Babilonia, anche se alcuni ipotizzano una data più tarda, attorno all’VIII secolo a.C., sotto il dominio del re assiro Tiglatpileser III. In quest’ultima ipotesi, l’autore sarebbe stato un assiro, non un babilonese.

A noi sono giunte quattro versioni del poema: una redazione neo-babilonese, una neo-assira proveniente dalla biblioteca di Assurbanipal a Ninive, una più antica di epoca assira legata alla città di Assur, e infine un frammento pre-babilonese ritrovato a Kish.
Anche i frammenti più remoti, tuttavia, non sono anteriori al regno di Hammurabi (1955–1913 a.C.), periodo in cui Marduk fu ufficialmente proclamato dio nazionale.

È certo che l’Enuma Elish si basa su un precedente racconto dedicato a Enlil, il potente dio della terra, che precedette Marduk come divinità suprema.
Lo stile coeso e la struttura uniforme fanno pensare che il poema sia opera di un solo scriba. A Babilonia circolavano molte narrazioni mitiche sull’origine del mondo, degli dei, degli esseri viventi e sulle lotte cosmiche tra bene e male, spesso simboleggiate da mostri primordiali. L’autore dell’Enuma Elish aveva dunque a disposizione un vasto repertorio da cui attingere e rielaborare.

Il poema si conclude, nella settima tavola, con un inno che elenca i cinquanta nomi di Marduk, un elemento che suggerisce la derivazione da un più antico inno a Enlil, poiché il numero 50 era sacro a quest’ultimo.

L’epopea può essere suddivisa in cinque sezioni principali:

      1. La genealogia degli dei, di origine sumerica con alcune aggiunte;
      2. Il racconto di Ea e Apsu, legato al mito del drago di Eridu (Mušḫuššu);
      3. Il mito del drago;
      4. La narrazione della creazione;
      5. L’inno dei cinquanta nomi di Marduk.

Le divinità presentate hanno tratti marcatamente antropomorfi, ma il testo è intriso di simbolismi astrali tipici dell’ultima fase della religione mesopotamica, anche se molti di questi rimangono oscuri.
Ogni dio rappresenta un elemento naturale: il confronto tra Marduk e Tiamat, ad esempio, può essere letto come una metafora del conflitto tra primavera (ordine) e inverno (caos).

Chaos monster and sun god

La battaglia tra il dio Marduk e la dea Tiamat (la madre di tutto il cosmo, la dea primordiale degli oceani e delle acque salate. Raffigurata nell’iconografia tradizionale come un serpente marino o un drago) – Wikipedia, pubblico dominio

Il mito si apre in un tempo in cui non esistevano ancora cielo e terra. Esistevano solo due divinità primordiali: Apsu, l’acqua dolce, e Tiamat, l’acqua salata. Da loro nacquero altri dèi, ma la loro presenza disturbava la quiete originale. Apsu decise di eliminarli, ma venne ucciso da Ea (o Enki), il dio della saggezza, che agì per proteggere le nuove generazioni divine.
Tiamat, furiosa per la morte di Apsu, creò un esercito di mostri e nominò il suo nuovo compagno Kingu come capo militare. Di fronte a questa minaccia, gli dèi cercarono un campione per affrontarla: fu Marduk, figlio di Ea, a farsi avanti. Accettò la sfida, ma chiese in cambio il potere assoluto sugli dèi se avesse vinto.
Marduk affrontò Tiamat in uno scontro titanico. Con la sua rete magica e l’arco, la sconfisse e la uccise. Poi la squarciò in due: con una metà creò il cielo, con l’altra la terra. Fu così che l’universo prese forma. Marduk organizzò anche il tempo, le stagioni, e pose gli astri nei cieli come strumenti per regolare la vita.
Per completare l’ordine cosmico, Marduk decise di creare l’uomo. Con il sangue di Kingu, sacrificato per il suo ruolo nella rivolta, plasmò l’umanità. Gli esseri umani vennero creati con uno scopo preciso: servire gli dèi, occuparsi dei loro templi e permettere loro di vivere in pace.

Dal punto di vista stilistico, l’Enuma Elish si distingue per un linguaggio poetico raffinato, chiaramente destinato a un pubblico colto. Ogni distico è composto da due emistichi separati da una cesura, che coincide non solo con una pausa ritmica ma anche con una cesura semantica.
È possibile che il poema sia stato concepito in sei parti principali, lasciando la settima, l’inno finale, come sezione autonoma, forse con un significato astrale.
A supporto di questa struttura, l’autore a volte interrompe un’azione nel mezzo, per riprenderla nella parte successiva.

Con il progredire degli studi comparativi sui miti delle civiltà antiche, l’Enuma Elish ha assunto un ruolo centrale nell’interpretazione dei miti classici. Esso rivela influenze e temi che si ritrovano anche in testi greci, come quelli di Esiodo, suggerendo che i Greci dell’età omerica avessero una certa familiarità con queste antiche tradizioni mesopotamiche..

 

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