Quando Edipo ebbe il regno di Tebe, senza saperlo sposò sua madre Giocasta, ed ebbe da lei due figli maschi, Eteocle e Polinice, e due femmine, Ismene e Antigone.
Dopo la scoperta dell’incesto d’Edipo, i suoi due figli lo cacciarono da Tebe; Edipo li maledisse predicendo che avrebbero guerreggiato fra loro per l’eredità e che avrebbero trovato la morte l’uno per mano dell’altro.

Johann Heinrich Füssli – Edipo impreca contro il figlio Polinice – National Gallery of Art, Washington – Wikipedia – Foto di  Daderot, opera propria rilasciata con licenza CC BY-SA 3.0

Secondo Sofocle, invece, fu Creonte, contrario alla presenza dell’incestuoso re a Tebe, che lo mandò in esilio ed Edipo maledisse i suoi figli che non avevano fatto nulla per difenderlo.

Quando giunsero in età di governare, Polinice ed Eteocle, per evitare gli effetti della maledizione paterna, decisero di regnare un anno ciascuno. Taluni dicono che il primo a prendere il potere fu Polinice, e che dopo un anno passò il regno a Eteocle; altri che il primo fu Eteocle, il quale allo scadere del termine, rifiutò di cedere il regno al fratello.
Cacciato così dalla patria, Polinice si rifugiò presso Adrasto, re di Argo, portando con sé la veste e la collana d’Armonia. Si Presentò al suo palazzo contemporaneamente a Tideo, figlio d’Eneo, il quale era fuggito da Calidone.

Illustrazione xilografica di Argia e Polinice, datata 1473, colorata a mano in rosso, verde, giallo e nero, da un’incunabile traduzione tedesca di Heinrich Steinhöwel del De mulieribus claris di Giovanni Boccaccio Wikipedia – Immagine di kladcat rilasciata con licenza CC BY 2.0

I due eroi cominciarono a disputare sulle ricchezze e sulle glorie delle loro rispettive città nel cortile del palazzo e il rumore attirò Adrasto, il quale li riconciliò, li accolse e diede loro le sue due figlie in spose. Così Polinice sposò Argia e gli promise che l’avrebbe aiutato a riconquistare il regno.
Adrasto, raccolto un vasto esercito, mosse alla conquista del trono nella spedizione dei Sette contro Tebe. Vi partecipò pure Anfiarao che, dotato di facoltà divinatorie, aveva tentato di sottrarsi alla guerra, di cui prevedeva l’esito infelice. Ma inutilmente, poiché la moglie Erifile, sedotta dalla collana di Armonia donatale da Polinice, dopo aver svelato il suo nascondiglio agli eroi, lo convinse a partire. Gli inizi dell’impresa furono funestati dalla morte del piccolo Ofelte, figlio di re Licurgo, soffocato da un serpente vicino a una fonte nella valle di Nemea.
Polinice vinse nella lotta durante i giochi funebri organizzati in onore di Ofelte, ch’essi chiamarono Archemoro che significa “Inizio del Destino“. La battaglia davanti a Tebe si rivelò disastrosa per l’esercito di Polinice; egli, per evitare un’ulteriore strage, si offrì di stabilire la successione al trono in un duello con Eteocle.
Eteocle accettò la sfida e nel corso di un’aspra battaglia i due contendenti si ferirono mortalmente a vicenda, realizzando la maledizione d’Edipo.

Creonte, loro zio, assunse allora il comando dell’esercito tebano e mise in rotta i disanimati Argivi. Ordinò che i Tebani morti fossero sepolti con tutti gli onori e che a Eteocle venisse riservato il rito funebre regale. I nemici, e soprattutto Polinice, dovevano invece essere lasciati all’esterno della città, senza alcuna sepoltura.

Antigone e il corpo di Polinice, Progetto Gutenberg eText 14994 – Wikipedia, pubblico dominio

Ma Antigone, che era tornata in patria dopo la morte del padre Edipo, sparse sul cadavere di Polinice una manciata di polvere. Per quest’atto di pietà fu condannata a morte da Creonte e rinchiusa viva nella tomba dei Labdacidi da cui discendeva. Ella s’inpicco nella prigione.

Stralcio testo tratto dalla pagina: unmondoaccanto.blogfree sulla quale vi suggerisco di continuare la lettura…

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