
Evandro (da Promptuarii Iconum Insigniorum) – Wikipedia, pubblico dominio
Evandro, leggendario eroe arcadico, era secondo la tradizione figlio del dio Ermes e della ninfa Carmenta.
Re dell’Arcadia, fu costretto all’esilio insieme al suo popolo dagli Argivi, poco prima della caduta di Troia. Guidò quindi i suoi compatrioti fino nel Lazio, dove fondò una colonia sul Palatino.
Alcuni studiosi vedono in questo racconto un’eco di antiche migrazioni greche in Italia, avvenute dopo l’epoca micenea.
Varrone, nel suo De lingua latina (V, 21), cita Evandro e la sua colonia per spiegare la presenza di parole greche nel latino. Egli sosteneva infatti che il latino derivasse dal greco, confondendo però le affinità tra le due lingue, che in realtà risalgono a un comune ceppo indoeuropeo.
Dionigi di Alicarnasso ci racconta che Carmenta, ninfa nativa dell’Arcadia, era conosciuta dai Greci come Temide e dai Romani come Carmenta. Secondo Dionigi, fu Evandro a istituire nel Lazio il rito dei Lupercali, adattandolo da antichi culti arcadici.

Il Festival Lupercaliano a Roma (1578–1610 circa), disegno della cerchia di Adam Elsheimer, che mostra i Luperci vestiti da cani e capre, con Cupido e personificazioni della fertilità – Wikipedia, pubblico dominio..
Ovidio, invece, attribuisce a Evandro l’introduzione del culto del dio Pan nel Lazio e racconta che accolse ospitalmente Eracle, in viaggio con la mandria di Gerione. Durante quell’incontro, Carmenta profetizzò che Eracle sarebbe stato divinizzato.
Nell’Eneide di Virgilio, Evandro compare come alleato di Enea nella guerra contro Turno. Esistono infine altre tradizioni che lo indicano come figlio di Sarpedonte, guerriero troiano, oppure come figlio dello stesso Priamo, re di Troia.
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