La leggenda racconta di Lino, figlio di Anfimaro e di una delle Muse, solitamente identificato come Urania, ma talvolta anche come Calliope o Tersicore.
Famoso per le sue doti musicali, a lui si attribuisce l’invenzione della melodia e del ritmo, due elementi fondamentali della musica.
Alcuni studiosi vedono in Lino la personificazione di un antico canto funebre, il “Lino“, che evocava la fugace bellezza della primavera, simbolo di vita e rinnovamento, e la sua prematura scomparsa.
Lino fu anche autore di canti dedicati a Dioniso e ad altri eroi del passato, che scrisse in lettere pelasgiche, un antico alfabeto. Tra le sue opere si racconta di un’epopea che narrava la Creazione del mondo, segno della sua vasta conoscenza e saggezza. Come maestro, Lino istruì celebri figure della mitologia greca come Tamiri e Orfeo.
Sul monte Elicona, sacro alle Muse, esiste una grotta con un ritratto di Lino inciso su una parete.
Ogni anno, prima dei sacrifici alle Muse, venivano offerti omaggi in suo onore, testimoniando il suo importante ruolo nel mondo spirituale e culturale dei Greci.
Si narra anche che Lino fosse sepolto a Tebe, ma il re macedone Filippo II, dopo la vittoria sui Greci a Cheronea, avrebbe trasportato le sue ossa in Macedonia seguendo il consiglio di un sogno. Tuttavia, in un sogno successivo, gli fu ordinato di restituire i resti a Tebe, dove furono nuovamente deposti, mantenendo così il legame sacro di Lino con la sua terra natale.
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