Nella mitologia greca, le Muse non sono solo figure simboliche: sono divinità vere e proprie, figlie di Zeus e Mnemosine, nate dall’unione tra il potere e la memoria. Erano nove, ognuna custode di un’arte: dalla poesia epica alla danza, dalla musica alla storia.  (vedi pagina indice)

Vivevano sull’Olimpo, ma spesso si diceva che abitassero anche luoghi sacri come l’Elicona o il Parnaso. Non ispiravano a comando: sceglievano chi meritava la loro voce. Poeti, filosofi, cantori e chi li ascoltava davvero.

Anton Raphael Mengs – Il Parnaso – Museo dell’Ermitage – Wikipedia, pubblico dominio

Le chiamano “dolci” non per la loro gentilezza, ma per la dolcezza dell’estasi che portavano. Quando parlavano, il mondo si fermava. Le parole fluivano, le mani creavano, le menti vedevano più in là.

Le rappresentazioni delle Muse, ispiratrici delle arti e del pensiero, sono numerose e attraversano i secoli. Le troviamo dipinte su vasi antichi, impresse su monete, scolpite in rilievi, affrescate sui muri di Pompei e immortalate in splendide statue che ne esaltano la grazia e la potenza simbolica.

Le nove Muse canoniche. Da sinistra a destra: Clio, Thalia, Erato, Euterpe, Polyhymnia, Calliope, Terpsichore, Urania e Melpomene. Disegno di un sarcofago al Museo del Louvre. – Wikipedia, pubblico dominio

Un esempio celebre è il cosiddetto Sarcofago delle Muse, un bassorilievo oggi conservato al Louvre, che un tempo ornava le tre facce visibili di un sarcofago romano. Su di esso sono raffigurate le nove Muse, ognuna con i suoi attributi distintivi, in una composizione armoniosa e ricca di significato.

Secondo la tradizione, lo scultore ateniese Cleomene realizzò per la città di Tespie una serie di statue delle Muse — le cosiddette Thespiades — che furono successivamente trasportate a Roma dal generale Mummio. Anche Filisco di Rodi scolpì le nove Muse, collocate poi nel Portico di Ottavia, nel cuore dell’Urbe.

Ma non solo l’antichità ha celebrato queste divine figure: anche l’arte moderna ha continuato a trarne ispirazione. Tintoretto raffigurò l’intera assemblea delle Muse sul Parnaso, guidate da Apollo. Il pittore francese Eustache Le Sueur le immortalò in una celebre serie di cinque tavole, oggi custodite anch’esse al Louvre. Jean-Auguste-Dominique Ingres dipinse La nascita delle Muse, mentre William-Adolphe Bouguereau le ritrasse in Apollo e le Muse dell’Olimpo, un’opera destinata al soffitto del teatro di Bordeaux.

Nel tempo, le Muse hanno continuato a ispirare artisti, poeti e pensatori, rimanendo simboli eterni dell’armonia tra bellezza, sapere e creatività. Ancora oggi, quando un’idea nasce all’improvviso, quando sentiamo il bisogno di scrivere, dipingere, comporre, è a loro che pensiamo. Le Muse non sono scomparse. Hanno solo cambiato forma.

 

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