Xanto e Baio erano i cavalli immortali di Achille, nati sulle rive dell’Oceano, e dati da Poseidone a Peleo come dono di nozze.
I loro nomi significano “baio” e “pezzato” ed erano figli del vento occidentale Zefiro e dell’arpia Podarge.
(Entrambi avevano il dono della parola, concessogli da Era. Erano guidati da Automedonte, il cocchiere di Achille. Nota tatta da wikipedia)

Henri Regnault – Xanto e Balio, i cavalli di Achille, tenuti da Automedonte, 1868 – Boston, Museum of Fine Arts- Wikipedia, pubblico dominio

 

Achille li condusse a Troia e li prestò a Patroclo quando questi condusse i Mirmidoni in battaglia.
Alla morte di Patroclo i due cavalli piansero amaramente e Zeus ebbe pietà di loro, rimpianse di averli donati a un mortale costringendoli a restare coinvolti nelle sofferenze di quelle miserabili creature. Diede loro la forza di sfuggire a Ettore e così fecero ritorno alle linee greche.

Quando Achille tornò in battaglia criticò i due cavalli per non aver riportato Patroclo sano e salvo, e Xanto ricordò ad Achille che Patroclo non era morto a causa loro ma perché Apollo aveva decretato la sua fine per dare gloria a Ettore, e aggiunse anche che la morte dello stesso Achille era prossima.
Le Erinni lo ammutolirono improvvisamente e da allora Xanto non parlò più. Achille dichiarò che la profezia della sua morte non gli era nuova poiché l’aveva già udita in gioventù.

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Stralcio testo tratto dalla pagina: unmondoaccanto.blogfree sulla quale vi suggerisco di continuare la lettura…

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