La croce del sud, foto ripresa dalla Stazione Spaziale Internazionale. – Wikipedia, pubblico dominio

La Croce del Sud (Crux) è una piccola ma importante costellazione visibile soltanto dall’emisfero australe. Tuttavia, nel contesto dell’opera di Dante Alighieri, in particolare nella Divina Commedia, ci si è spesso chiesti se egli l’abbia mai conosciuta o menzionata, anche indirettamente. Alcuni studiosi hanno ipotizzato un riferimento velato alla Croce del Sud in uno dei passaggi più enigmatici del Purgatorio.

Questo è il passo chiave: Purgatorio, I, vv. 22-27

«Io mi volsi a man destra, e puosi mente
a l’altro polo, e vidi quattro stelle
non viste mai fuor ch’a la prima gente.
Goder pareva ‘l ciel di lor fiammelle:
oh settentrional vedovo sito,
poi che privato se’ di mirar quelle!»

Quattro stelle, mai viste se non dalla “prima gente” (cioè Adamo e i patriarchi), splendono nel cielo dell’emisfero australe. Dante e Virgilio si trovano infatti nell’Antipurgatorio, dall’altra parte del globo, dove non si vedono le stelle boreali.

Dante – Ritratto di Gustave Doré – Wikipedia, pubblico dominio

Le due più accreditate interpretazioni:

  1. Simbolica:
    Le “quattro stelle” sono spesso interpretate come le quattro virtù cardinali: Prudenza, Giustizia, Fortezza e Temperanza.
    In questo caso, il significato è allegorico, e non astronomico.

  2. Astronomica – La Croce del Sud?
    Alcuni studiosi moderni suggeriscono che Dante possa aver avuto, tramite fonti indirette (come le cronache arabe o i resoconti di viaggi), notizia di un gruppo di stelle visibile solo dall’emisfero sud. La Croce del Sud, composta da quattro stelle principali, è una candidata naturale. Tuttavia:

      • Dante non viaggiò mai così a sud da poterla osservare.
      • La Croce del Sud, al tempo di Dante, era già in parte visibile dal Mediterraneo meridionale, ma non era riconosciuta come costellazione autonoma (fu classificata come tale solo nel XVI secolo).

È improbabile che Dante conoscesse effettivamente la Croce del Sud in senso astronomico. Ma il suo immaginario, potentemente simbolico, ha portato alcuni a leggere in quelle “quattro stelle” un’anticipazione poetica di ciò che solo secoli dopo sarebbe stato cartografato nei cieli australi. Se Dante ne avesse intuito l’esistenza, lo avrebbe fatto tramite l’intelligenza visionaria che gli permetteva di fondere cosmologia, teologia e poesia in un’unica forma.

 

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