Nella mitologia greca, Etere era una delle divinità primordiali, figlio di Erebo (l’oscurità) e Nyx (la notte), e fratello di Hemera (il giorno).
Rappresentava la personificazione dell’aria superiore, pura e luminosa, quella che gli dèi respirano, in contrasto con l’aria più pesante dei mortali.

Etere combatte contro un gigante con la testa leonina (particolare dell’altare di Zeus presso il Pergamon Museum di Berlino)- foto di Ealdgyth tratta da wikipedia – Licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported
Come il Tartaro e l’Erebo, Etere potrebbe aver avuto santuari nell’antica Grecia, ma non templi, ed è improbabile che fosse oggetto di un vero culto. Secondo Damasco, Etere, Erebo e il Caos erano fratelli e discendenti di Crono.

L’Uovo Orfico rappresentato da Jacob Bryant (1774) – Wikipedia, pubblico dominio
Un’altra tradizione, riportata da Epifanio, racconta che il mondo ebbe origine da un uovo cosmico, avvolto dal Tempo e dall’Inevitabilità (probabilmente identificabili con Chronos e Ananke), rappresentati come un serpente. Questi avvolsero e compressero l’uovo fino a dividerlo in due emisferi. Da questa separazione, le particelle più leggere salirono a formare l’Aria Luminosa (Etere e/o Urano) e il Vento rarefatto (Caos), mentre quelle più pesanti scesero, dando origine alla Terra (Gaia) e all’Oceano (Pontos e/o Oceanus).
Il quinto inno orfico dedica a Etere una descrizione solenne, definendolo “il potere supremo, mai indistruttibile di Zeus”, “l’elemento migliore” e “la scintilla vitale di tutte le creature”.
Sebbene attribuiti al leggendario Orfeo, vissuto prima di Omero, gli Inni Orfici sono probabilmente stati composti tra il VI e il IV secolo a.C., in un periodo contemporaneo ai filosofi naturalisti, come Empedocle (V secolo a.C.), il quale identificava le forze materiali della natura con divinità primordiali, considerate superiori agli dèi antropomorfi della religione omerica.
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