Juan de la Corte – Il rapimento di Helena – Museo del Prado – Wikipedia, pubblico dominio

Numerose varianti della vicenda di Elena si sono succedute nel tempo e, ancora oggi, gli studiosi dibattono sull’effettiva storicità e sulle modalità dell’assedio di Troia.
Secondo una tradizione, Elena si trovava a Ilio durante il conflitto, mentre le “Storie” di Erodoto riportano una versione differente: alcuni sacerdoti, interrogati dall’autore, sostengono che, al tempo della guerra, Elena vivesse a Menfi, in Egitto.
La storia di Elena in Egitto è attestata principalmente in due fonti:

      • Erodoto (Storie, II, 112-120): Propone una versione “storica” in cui Elena non arrivò mai a Troia, ma rimase in Egitto sotto la protezione del faraone Proteo.
      • Euripide (Elena, 412 a.C.): Rielabora il mito con elementi di tragedia e riflessione filosofica, introducendo il concetto del simulacro (eidolon), ovvero una copia irreale di Elena.

Questa versione è molto diversa dalla narrazione omerica e sembra essere una tradizione alternativa diffusa nel mondo greco. Il legame tra Elena e l’Egitto potrebbe anche essere nato per giustificare l’importanza del culto di Elena in alcuni luoghi lontani dalla Grecia, come nell’area del delta del Nilo.

Maerten van Heemskerck – Panorama con il rapimento di Elena tra le meraviglie del mondo antico – Wikipedia, pubblico dominio

Mentre Paride navigava verso la sua patria, rientrando da una missione diplomatica a Sparta insieme all’Elena rapita, fu colto da venti impetuosi che lo condussero fino in Egitto, precisamente nella regione occidentale del Nilo, quella di Canopo.
Sulla spiaggia, Paride fu tradito dai propri servitori, i quali denunciarono il rapimento e l’offesa compiuta al sovrano dei Lacedemoni ai sacerdoti, i quali riferirono immediatamente al faraone.
Proteo, allora sovrano d’Egitto, non esitò a intervenire: ordinò al guardiano dell’area di impedire la partenza della flotta e fece condurre a lui il principe insieme al tesoro di Menelao, sottratto a Sparta prima della fuga.
Giunti a Menfi, Paride fu interrogato dal re. Dopo un iniziale tentativo di celare la verità, fu convinto dai compagni a confessare, rivelando fatti che profondamente indignarono Proteo.

Deciso a non lasciar correre l’affronto, Proteo trattenne con sé Elena e i tesori rubati, in attesa del ritorno di Menelao, e ordinò a Paride di lasciare il regno

Erodoto ipotizza che questa vicenda fosse nota anche a Omero, il quale, sebbene avesse scelto una versione differente, accennò in alcuni versi al viaggio di Paride in Egitto.

Nel frattempo, Menelao, accompagnato dal fratello Agamennone e dall’esercito acheo, giunse sulle spiagge di Troia. Lo spartano entrò in città esigendo la restituzione di Elena, dei tesori rubati e il risarcimento per i torti subiti. Dopo un breve consulto, il consiglio di corte si scusò, spiegando che né ElenaParide erano mai giunti a Troia, bensì si trovavano in Egitto, sostenendo che i Troiani non avrebbero mai restituito ciò che era in custodia di Proteo.

Sentendosi ingannati, gli Elleni posero l’assedio. Alla caduta della città, Menelao poté constatare l’assenza di Elena e del tesoro: una grande città era stata spazzata via, centinaia di vite spezzate e intere famiglie distrutte per qualcosa che, secondo i greci, non si trovava nemmeno lì.

Troia che brucia, dipinto attribuito a Daniel van Heil – Wikipedia, pubblico dominio

Determinato a recuperare ciò che gli era stato sottratto, il sovrano spartano decise di intraprendere una spedizione in Egitto. Risalì il grande fiume fino a Menfi, dove fu accolto con numerosi doni e grande cortesia dal faraone, il quale gli restituì sia Elena sia i tesori. Pur intenzionato a lasciare rapidamente l’Africa, il maltempo rallentò il suo esodo. Stanco e inquieto per l’attesa, Menelao compì un gesto estremo: rapì e sacrificò due bambini, forse invocando l’aiuto degli dèi. La notizia si sparse e l’indignazione popolare non tardò a farsi sentire, poiché nessuno, indipendentemente dalla propria condizione, poteva accettare che uno straniero uccidesse un egiziano in quel modo. Menelao e i suoi furono inseguiti fino alla costa, da dove, fortunatamente, riuscirono a salpare e a dirigersi verso ovest. Da quel momento, il destino dei coniugi in Egitto divenne avvolto nel mistero: alcuni sostengono che, dopo una lunga separazione, essi siano infine tornati in patria.

Questa è, dunque, la versione della vicenda narrata dai sacerdoti egiziani, considerata da Erodoto come la più veritiera.

 

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