Diverse leggende narrano la storia di Italo, personaggio mitologico vissuto, secondo la tradizione, sedici generazioni prima della guerra di Troia. Da lui deriverebbe il nome Italia, inizialmente attribuito alla regione corrispondente all’attuale provincia di Catanzaro, per poi estendersi progressivamente a tutta la penisola.

Le fonti variano riguardo alle sue origini e alla sua patria. Secondo alcune versioni, Italo fu re di un territorio situato all’estrema punta meridionale del Bruzio.

In una di queste tradizioni, Italo è descritto come un sovrano di origine enotria, che governò con saggezza e giustizia, promulgando leggi e civilizzando il suo popolo. In segno di riconoscenza, il suo regno prese il nome di Italia, un nome che, con il tempo, si diffuse dapprima nel Meridione (fino ad allora chiamato Ausonia) e successivamente in tutta la penisola.

Busto di Aristotele – Marmo, copia romana di un originale greco di Lisippo (330 a.C. ca.). – Wikipedia, pubblico dominio

Il racconto di Aristotele

Aristotele scrive:

«Divenne re dell’Enotria un certo Italo, dal quale si sarebbero chiamati, cambiando nome, Itali invece che Enotri. Dicono anche che questo Italo abbia trasformato gli Enotri, da nomadi che erano, in agricoltori e che abbia anche dato ad essi altre leggi, e per primo istituito i sissizi (banchetti comunitari). Per questa ragione ancora oggi alcune delle popolazioni che discendono da lui praticano i sissizi e osservano alcune sue leggi.»
(Aristotele, Politica, VII, 9, 2)

E ancora:

«Italo, re degli Enotri, da lui in seguito presero il nome di Itali e Italia l’estrema propaggine delle coste europee delimitata a nord dai golfi [di Squillace e di Sant’Eufemia]. Di lui dicono che abbia fatto degli Enotri, da nomadi che erano, degli agricoltori stabili, e che abbia imposto loro nuove leggi, istituendo tra l’altro per primo le sissizie.»
(Aristotele, Politica, VII, 10, 2-3)

Secondo Aristotele, quindi, Italo fu il sovrano che trasformò gli Enotri da popolo nomade a comunità stanziale, insediata nella regione corrispondente all’attuale istmo di Catanzaro, tra il golfo di Squillace e quello di Sant’Eufemia.

Le colonie greche d’Italia meridionale e Sicilia – Wikipedia, pubblico dominio

Anche Antioco di Siracusa, nel V secolo a.C., parla di Italo:

«L’intera terra fra i due golfi di mari, il Nepetinico [S. Eufemia] e lo Scilletinico [Squillace], fu ridotta sotto il potere di un uomo buono e saggio, che convinse i vicini, gli uni con le parole, gli altri con la forza. Questo uomo si chiamò Italo e denominò per primo questa terra Italia. E quando Italo si fu impadronito della terra dell’istmo e aveva molte genti sottomesse, subito pretese anche i territori confinanti e pose sotto la sua dominazione molte città.»

Secondo questa versione, dunque, Italo non solo diede il nome alla regione, ma fu anche un abile conquistatore che riuscì a estendere il proprio dominio su vaste aree circostanti.

Mappa di riferimento per la Lucania romana da The Historical Atlas di William R. Shepherd, 1911 (Alcuni particolari della parte sud della mappa sono stati rielaborati per integrazione) – GlióPanteco, opera propria – Wikipedia, pubblico dominio

Secondo Strabone, la capitale del regno enotrio fu Pandosia Bruzia, identificabile con l’attuale città di Acri. Ciò suggerisce che Italo regnasse non solo sulla zona jonica e sul nord della Calabria, ma potenzialmente anche sull’intera regione e sulla Basilicata. Sempre secondo Strabone, fu lui a fondare Pandosia Bruzia.

Esistono numerose varianti sulla provenienza di Italo. Alcune fonti lo descrivono come di origine sicula, lucana, ligure o corcirese, mentre altre lo indicano come nipote di Minosse.
In alcune tradizioni, il suo nome è persino legato al ciclo di Ulisse e Circe: in questa versione, sarebbe il figlio di Penelope e Telegono.

 

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