Priamo, re di Troia – Guillaume Rouille, “Promptuarii Iconum Insigniorum ” – Wikipedia, pubblico dominio

Nella mitologia greca Priamo, figlio più giovane di Laomedonte, è re di Troia durante la Guerra di Troia.

Nella cosiddetta Prima guerra di Troia, espugnata la città da Eracle e ucciso Laomedonte il giovinetto Priamo fu salvato dall’intercessione di sua sorella Esione al momento della divisone del bottino.
Da allora venne chiamato Priamo, vale a dire il riscattato (dal verbo greco Πρίαμαι), mentre fino allora il suo nome era Podarce (il pié veloce).

Non ci sono molte fonti che si riferiscano alle attività di Priamo prima della Guerra di Troia; si sa (Omero, Iliade III, 84) che il re aveva un rispettabile passato militare, accumulato nelle campagne dei Frigi contro le Amazzoni e vediamo che è un esperto guidatore di carri (attività decisamente militare all’epoca) quando si presenta, unica volta in tutta l‘Iliade sul campo di battaglia per giurare i patti del duello fra Paride e Menelao.
(Priamo era inoltre un uomo buono e giusto ed a differenza dei suoi consiglieri si rifiutò di attribuire ad Elena la responsabilità dello scoppio della guerra. **Nota tratta da Wikipedia)

Aleksandr Andreevič Ivanov – Priamo chiede ad Achille di restituire il corpo di Ettore – Galleria Tret’jakov, Mosca – Wikipedia, pubblico dominio

La morte di Priamo, non narrata dai poemi omerici ci è nota da altri scrittori, soprattutto nel II canto dell’Eneide di Virgilio e nella tragedia di Euripide Le troiane.
Quando i Greci penetrano infine nella città riveste la sua vecchia armatura e vorrebbe cercare la morte nella mischia, ma la moglie in lacrime lo convince a rifugiarsi con le donne sull’altare di Zeus Erceo. Così deve assistere allo spettacolo della morte del figlio Polite, inseguito da Pirro Neottolemo fin sui gradini dell’altare.
Priamo in preda alla furia gli fionda con estrema potenza l’asta ma il colpo va decisamente a vuoto, ferendo ad un braccio Pirro, dopo essere passata per il suo scudo; Neottolemo lo afferra e lo trafigge al fianco con la spada, causandone la morte. Virgilio poi accenna a una successiva decapitazione del cadavere, senza però fare il nome dell’esecutore.

Priamo ucciso da Neottolemo, figlio di Achille, particolare di un’anfora attica a figure nere, ca. 520 a.C.–510 a.C. Da Vulci. – Louvre Museum – Wikipedia, pubblico dominio

Matrimoni e figli

Priamo ebbe numerose mogli e concubine; la prima moglie fu Arisbe da cui ebbe un figlio, Esaco, che morì prima dell’inizio della seconda guerra di Troia. Priamo in seguito divorziò da lei in favore di Ecabe (o Ecuba), figlia del re della Frigia Dimante da cui ebbe Ettore, l’eroe dell’Iliade ed erede al trono, Paride, il bellissimo giovane causa della seconda guerra di Troia, Deifobo, Eleno, noto indovino, Pammone, Polite, Antifo, Hipponoo, Polidoro, Troilo, ucciso giovanissimo da Achille in un agguato, Creusa, moglie di Enea, Iliona, Medesicaste, Laodice, Polissena, e Cassandra, amata da Apollo e punita per il suo rifiuto con il dono della profezia destinata a non essere mai creduta. Tra le figlie di Priamo secondo alcuni vi è anche Ilia sposa di Idamante re di Creta.
Priamo elevò al rango di regina anche Laotoe, figlia del re dei Lelegi, senza però ripudiare Ecuba; da lei ebbe due figli, Licaone e il secondo Polidoro, che fu il suo ultimogenito.

Il re generò molti altri figli da varie concubine o schiave. Secondo la versione più diffusa il numero totale dei suoi figli arriverebbe al numero tondo di cinquanta. Altre fonti parlano di cinquanta figli e cinquanta figlie.

 

Stralcio testo tratto dalla pagina: unmondoaccanto.blogfree sulla quale vi suggerisco di continuare la lettura…

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