Il termine solstizio deriva dal latino Solis statio, che significa “fermata del Sole“. Indica i giorni in cui il Sole raggiunge la massima distanza dall’equatore: il 21 giugno (solstizio d’estate, giorno più lungo) e il 21 dicembre (solstizio d’inverno, notte più lunga).
Gli equinozi, invece, segnano il momento in cui il Sole rende uguali le ore di luce e buio, il 21 marzo (primavera) e il 21 settembre (autunno).
Fin dall’antichità, il Sole è stato al centro di culti e riti religiosi in tutto il mondo.

Stonehenge, primo piano – Wikipedia, pubblico dominio
A Stonehenge, in Gran Bretagna, il monumento megalitico è allineato con il sorgere del Sole nel solstizio d’estate, suggerendo una funzione sia rituale che astronomica. Simili osservatori esistevano presso gli Inca, i Maya e gli Aztechi, che basavano il loro calendario e i loro riti sul movimento del Sole.
Gli Egizi veneravano Ra, il dio solare, e costruirono templi e obelischi orientati astronomicamente per seguire il suo ciclo.

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I Sumeri e i Babilonesi studiarono con precisione il moto del Sole, integrandolo nelle loro credenze astrologiche.

Shamash, dio solare nella mitologia mesopotamica; palazzo di nord-ovest, Nimrud ; 865-860 a.C. – Wikipedia, pubblico dominio
Per i Babilonesi, il giorno iniziava al tramonto e veniva diviso in 12 unità, mentre gli Egizi utilizzavano meridiane e obelischi per scandire le ore.
Queste tradizioni solari sono trasversali alle culture, poiché basate su osservazioni universali.

Leonardo da Vinci – San Giovanni Battista – Wikipedia, pubblico dominio
Il cristianesimo ha reinterpretato molti riti solstiziali: il solstizio d’estate è diventato la festa di San Giovanni Battista (sei mesi prima del Natale), mentre il solstizio d’inverno coincide con il 25 dicembre, giorno della nascita di Cristo.
Ancora oggi, in Italia e altrove, sopravvivono celebrazioni popolari che fondono elementi sacri e profani, eredità di antiche credenze legate al Sole.
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