Talo (Talos o Talus), vigilante infaticabile, era stato scelto da Minosse per questo incarico, oppure da Zeus quando vi lasciò la ninfa Europa.

Il gigante Talo armato di pietra. Didracma d’argento da Festo, Creta (ca. 300/280-270 a.C.) – Wikipedia, pubblico dominio

Talo faceva tre volte al giorno, armato, il giro di Creta. Impediva agli stranieri di penetrarvi, ma anche agli abitanti di uscirne senza il permesso di Minosse. Sembra che, proprio per sfuggirgli, Dedalo dovette scegliere la via dell’aria.

Le armi favorite da Talo erano pietre enormi, ch’egli scagliava a grande distanza. Ma gli “immigrati clandestini” dovevano temere altri pericoli da parte di Talo, anche se riuscivano a oltrepassare quel primo sbarramento. Quando li raggiungeva, Talo saltava nel fuoco, portava il suo corpo metallico all’incandescenza e, precipitandosi sui malcapitati, li stringeva e li bruciava.

Talo era invulnerabile in tutto il corpo, fuorché nella parte bassa della gamba, dove si trovava una piccola vena, chiusa da un chiodo di bronzo.

Quando giunsero gli Argonauti, Medea blandì il mostro con voce soave e gli promise l’immortalità se beveva una certa pozione; si trattava in verità di un soporifero e mentre il mostro dormiva, Medea estrasse il chiodo di bronzo che turava l’unica vena di Talo. Il divino icore, il liquido che fungeva da sangue, ne uscì e il mostro morì.

La morte di Talos raffigurata su un cratere del V secolo a.C. ora al Museo Archeologico Nazionale Jatta di Ruvo di Puglia – Wikipedia, autore Forzaruvo94, proprio lavoro rilasciato con licenza CC BY-SA 3.0

Altri dicono che Talo, stregato dagli incantesimi di Medea, avanzò barcollando, si ferì il tallone contro una roccia e morì dissanguato. Altri ancora, che Peante, padre di Filottete e uno degli Argonauti, lo uccise scoccandogli una freccia nel tallone.

 

Stralcio testo tratto dalla pagina: unmondoaccanto.blogfree.net sulla quale vi suggerisco di continuare la lettura…

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