L’Olimpo
Il monte Olimpo è la cima più alta della catena di monti che divide la Macedonia dalla Tessaglia.
La vetta dell’Olimpo è coperta d’inverno dalla neve; più sotto crescono cupe foreste di abeti, dopo le quali si estendono fitte macchie mediterranee. La cima è spesso nascosta dagli sguardi umani da un denso strato di nuvole, squarciate ogni tanto, dal bagliore dei lampi, seguiti dal rumore dei tuoni.
Secondo i Greci, sopra queste nuvole vi erano le dimore degli Dei, con porticati e splendidi giardini: profumi di fiori, nessun vento osava penetrare nel sacro recinto e sopra vi era un cielo sempre azzurro, luminoso e sereno. In questo bellissimo posto, Zeus aveva costruito il suo palazzo d’oro, dove viveva con la sua sposa Era; nella vasta sala del trono si radunava quasi ogni giorno il Concilio degli Dei, per governare il mondo.
Attorno al palazzo di Zeus si ergevano le dimore di altre divinità, che insieme a Zeus, formavano il Concilio degli Dei Celesti, conosciute meglio come Divinità Olimpiche: Zeus, Era, Afrodite, Atena, Demetra, Estia, Artemide, Apollo, Ermes, Dioniso, Ares ed Efesto; sei divinità maschili e sei femminili.
Ciascuna di queste divinità non abitava sola nel proprio palazzo ma come ogni re aveva a seguito dei cortigiani; così ogni divinità maggiore aveva una corte di divinità minori, di queste voglio ricordare: Le Muse, Le Cariti, Le Ore, Temi, Iris, Le Mòire, Ebe, Ganimede
Gli abissi marini
Zeus aveva affidato il dominio assoluto del mare a suo fratello Poseidone, che abitava in uno splendido palazzo ornato d’oro e di perle, nei profondi abissi del mare, insieme alla sua sposa Anfitrite.
Anche questa coppia divina aveva a suo seguito un numero di divinità minori che abitavano nel mare, le principali ricordiamo: Nereo, Proteo, I Tritoni, Le Sirene
L’Erebo
Il dominio dell’oltretomba fu affidato da Zeus a suo fratello Ade che regnava insieme alla sua sposa Persefone (Proserpina o Core), sulle ombre dei morti; e la sua dimore è perciò nell’Erebo, un paese tenebroso che scende nelle profondità della Terra, verso l’estremo Occidente, al di là del fiume Oceano.
Questa immensa caverna sotterranea ha, come suolo, un prato di asfodeli, circondato tutto attorno dalle acque di quattro fiumane spaventose: lo Stige, l’Acheronte, il Flegetonte e il Cocito, ai quali più tardi venne aggiunto dai poeti il fiume Lete che è il fiume dell’oblio della vita terrena. Per entrare nell’Erebo, occorre un barcaiolo, Caronte, in quanto è un’isola. A guardia della porte dell’Erebo c’è Cerbero, figlio di Tifone e Echidna, cane feroce con tre teste, che urla terribilmente: esso lascia entrare liberamente le anime dei morti, ma guai a chi volesse farle uscire.
L’Erebo è diviso in due parti distinte: il Tartaro, che è il luogo dei tormenti per le anime colpevoli, e l’Eliso, che è il luogo dove riposano i beati.
L’Eliso o Campi Elisi è una bella campagna dove, anche dopo la morte, si trascorre una tranquilla e felice vita.
Le divinità minori dell’Erebo più importanti sono: Caronte, Minosse, Radamanto, Eaco e Trittolemo, Eete, Le tre Erinni, Thanatos e Hypnos, Le Arpie.
Stralcio testo tratto dalla pagina: mitologiagreca.blogspot.com sulla quale vi suggerisco di continuare la lettura…